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Historical Dance Bibliography

Here is a transcription of entry with id dufort_1728:

Transcribed by Nataliia Liubinskaia

Giambatista Dufort

Trattato del ballo nobile


TRATTATO DEL BALLO NOBILE DI GIAMBATISTA DUFORT INDIRIZZATO All' Eccellenza DELLE SIGNORE DAME, E DE' SIGNORI CAVALIERI NAPOLETANI. IN NAPOLI MDCCXXVIII. Nella Stamperia di Felice Mosca. *** Con licenza de' Superiori.

Page ECCELLENZE

LE signorili, e generose maniere, che l' ECCELLENZE VOSTRE, infin da quel tempo, ch' ebbi l'onor di essere annoverato Page tra vostri servidori, compiaciute sempremai si sono, benignamente usare inverso di me, mi hanno di sì fatto peso d' obbligazioni aggravato; che l'aver io abbandonata la Francia, ove nacqui, parte non meno considerabile dell' Europa, che di tutto il Mondo; l'essermi poco curato di parecchi altre Città cospicue d' Italia; ed ultimamente l' aver diliberato impiegare nel vostro servizio il restante tempo della mia vita, mi sono tutte sembrate cose, le quali, anzi mi potrebbono in picciola parte alleggiare, che Page del tutto sottrarre da quella importabilissima gravezza. Per non tralasciare intanto alcun altro mezo da soddisfare al giusto insieme, ed ardente disiderio, che tengo, d'andarmene tuttavia, il meglio, che posso, alleviando; ed oltracciò per non offendere nel difforme vizio dell' ingratitudine; essendomi a rintracciar messo altra via, da fare alcuna cosa, la qual vi potesse piacere (poicheè ogni vostro, avvegnachè lieve gradimento sarebbe per tormi daddosso una gran parte del detto peso) m' è venuto finalmente pensato, fare Page un Trattato del Ballo Nobile, nel qual fossero con ogni possibile chiarezza raccolte, e dichiarate le regole, ed i precetti generali d' una tal arte. E di già dopo aver io durate lunghissime fatiche, finalmente eccolo per mezo delle stampe uscito alla luce del Mondo: la quale, perciocchè soventi volte addiviene, che, per diverse cagioni, in densissima tenebra si tramuti con sommo detrimento della stima de' poveri Autori, ho avuto l'ardimento d' allogar nel suo fronte il chiaro, e splendentissimo nome dell' Page ECCELLENZE VOSTRE, acciocchè se peravventura glimanca il propio lume, abbia modo, nella copia, che ne gli bisogna, da provvedersene. Quindi messomi a nuovamente pensare, che altro scemamento d' obbligazioni si fosse per me fatto con una tale fatica, ho trovato pur quello assai lieve, e queste tuttavia pesantissime, ed infinite. Perlaqualcosa ho chiaramente coll' esperienza ravvisato il peso della vostra grandezza, e la leggerezza della mia insufficienza; e che io posso dall' ECCELLENZE VOSTRE esser Page colmato di benefizj, ma che non posso nè anche in picciola parte soddisfargli. Supplisca adunque alle mie necessarie mancanze, l'innata generosità dell' animo vostro. E prendiate con gradimento, non già quello, che vi si dovrebbe, ma ciò, ch' io sono in istato di potervi presentare. E dando da tempo in tempo qualche occhiata a questo libro, che vi offero, piacciavi, ch'io ne ritragga il frutto non già d'ammaestramento, ma di ricordazion delle cose, che voi perfettamente sapete. Ed ultimamente pregando il più, Page che sò, e posso, l'ECCELLENZE VOSTRE a tenermi sotto quella valevolissima protezione, che finora ho goduta, finisco facendovi profondissimo inchino. Di Napoli addì 6. Novembre 1728.

Dell' Ecc. VV.

Umiliss. divotiss., ed ebbligatiss. Servidoý vere

Giambatista Dufort.

Page AVVISO

A CHI LEGGE.

QU_antunque l'invenzion della Danza sia antichissima per quello, che ne scrivono molti Autori, che trattano degl' Inventori di essa, e delle Nazioni, presso le quali fu in grandissimo uso; tuttavia non si può fermamente dire, che gli Antichi, i quali invero ballavano, o saltavano regolati dall' armonia, abbiano avuta notizia della Danza regolata, cioè composta di què soli passi, i quali, secondo le regole appresso trovate, si possono adoperare._

Gl'Italiani, senz' alcuna contraddizione, furono i primi, a dar le regole della Danza, sulle quali scrissero alcuni libri. Il più antico di essi, fu dato alle stampe a Milano l' anno 1468, e che ba questo titolo: Il Ballarino perfetto di Messer Rinaldo Rigoni, Dedicato al Serenissimo Signore Page Galeazzo Sforza Duca di Milano; ed il più novello è stampato in Venezia l'anno 1581, il cui titolo è quest' altro: Il Ballarino di Messer Fabrizio Caroso da Sermoneta, diviso in due Trattati, Dedicato alla Screnissima Signora, la Signora Bianca Cappello de' Medici Gran Duchessa di Toscana.

I Spagnoli poi furono i primi, che impararono la Danza Italiana, a cui aggiunsero alcune capriole, ed il suono delle castagnette; per la qual cagione, questa Danza, che prima si diceva Italiana, appresso ricevè due nomi, co' quali era indifferentemente, sicome è anche di presente, chiamata, cioè Italiana, e Spagnola. I passi di questa Danza, comeche fatti in cadenza sopra alcune arie di malissimo gusto, non erano già naturali, ma sì faticosi, e forzati. I piedi si teneano paralleli, donde nasceva, che i passi riuscivano duri, ed inflessibili. Le braccia sopra i lati distese, e diritte, come si vede dalle figure, delle Page quali vanno adorni i libri di sopra recati. Le figure eran poco considerabili, e del tutto spogliate del buon gusto, che regna oggidì. In somma questa Danza Italiana, o Spagnola, la quale immagino, che a quel tempo riuscita fosse gradevole, di presente sarebbe in vero molto ridicolosa a vederc; in guisachè Monsieur Filibois Maestro di Ballo nella Corte Imperiale ne ha composto un carattere buffonesco, il quale, vestito egli all' antica maniera Italiana, con somma ammirazione di tutti, sopra i più cospicui Teatri d'Italia, ha ballato.

Egli non ha guari, che in alcuni Collegj d' Italia, v' erano de' Maestri di Ballo Italiani, e Spagnoli, i quali insegnavano questa Danza. Ma appresso, essendo arrivata ne' detti Collegj la Danza Franzese, incontinente l'Italiana oscurata, ed avvilita dalla vaghezza di quella, si cominciò a disusare; ed in pochissimo tempo accadde, che la danza Franzese s'imparava per necessità, dove la Spagnola (contuttochè Page i Maestri, seguendo l’uso franzese, lasciate avessero le lor parallele positure de' piedi, e la durezza, ed inflessibilità delle loro braccia) s'imparava solamente per rarità.

Se gl'Italiani, come è detto, furono i primi Inventori della Danza regolata; bisogna pur confessare, che i Franzesi stati son quelli, che l'hanno ridotta a miglior perfezione. Hanno essi saputo alla danza da Teatro adattare tutto ciò, che si può immaginare di spiritoso, e sorprendevole; ed a quella da Sala di più nobile, e maestoso. Monsieur de Beauchamp compositore di Balli nelle prime Opere in musica introdotte a Pariggi, imprese sotto Luiggi il Grande, a cui ebbe egli l'onore di dar lezione di ballo, questa non men penosa, che leggiadra fatica. Alla quale poi Monsieur Pecour compositore di balli nell' Accademia Reale di Pariggi ha dato con tanto applauso l'ultima mano. In somma questi due chiarissimi Professori hanno sì fattamente perfezionata la Danza, e levatala Page tala a così alto segno, che non solamente hanno in piccolo spazio di tempo fatto mandare in disuso tutte le altre Danze, ma hanno obbligato moltissime Nazioni, e forsi le più colte del Mondo tutto, a non preggiarsi, in altra maniera, che nella francesca, ballare.

Di queste due specie di Danze, quella da Teatro, per lo raddoppiamento de' passi battuti, capriolati, o pirolati, si rende assai faticosa a ballare. Ella non serve, nè dovrebbe servire se non a' Professori di Ballo, de' quali riuscendone per lo Teatro assai pochi, vengono in conseguenza a farsi molto preggiare. E per contrario la Danza da Sala, o da Festino, che vogliam dire, della quale io tratto nel presente libro, è assai men faticosa di quella da Teatro. Serve alle Dame, Cavalieri, ed altre gentili persone, e per fino i Monarchi non hanno ritegno di volerla imparare, e perciò poi ha ricevuto il nome di Ballo Nobile.

Questa Danza è uno de' tre nobili Page esercizj, che s'insegnano in tutte l'Accademie, e Collegj dell' Europa, i quali sono il Cavalcare, la Scherma, e la Danza. De' quali quest ultima perfeziona, e dà grazia alle persone ben fatte, ed all incontro nasconde i difetti di coloro, a' quali la Natura è stata poco liberale de' doni suoi.

Questo si è il più nobile, e leggiadro divertimento, così delle Corti sovrane, che dell' altre Città cospicue. Ed in vero non v'è in esse cosa più magnifica, e che dia maggior diletto, quanto le feste di Ballo, nelle quali si fanno ammirarc, e contradistinguere, tra gli altri, coloro, che sanno perfettamente la Danza.

Questo nobile esercizio, non essendo già violento, ma temperato, oltre l'esser richiesto, e necessario nelle persone di distinzione, serve parimente a coloro, che hanno bisogno, per conservarsi nella salute, di tenere il corpo esercitato.

Or sopra esercizio, ed arte così nobile essendomi io per lungo spazio di Page tempo messo a considerare, se trovar si potessero le regole generali, per mezo delle quali si potesse con ogni agevolezza, e perfettamente ballare ogni Danza, alla perfine m'è venuto fatto di ritrovarle, e con ogni possibile distinzione le ho messe in chiaro nel presente Trattato; nel quale spezialmente ho renduti aperti i movimenti del corpo, donde procedono tutti i passi del ballo nobile. I quali essendo, tra le parti della Danza, la principale, ho dovuto minutamente ad un ad uno andargli disaminando, per ravvisar di quanti, e quali movimenti ciascuno di essi sia composto; affine di conoscere facilmente il principio, il mezo, ed il fine di ciascun passo; e sopra qual de' detti movimenti si trovi la cadenza, o battuta di quell' aria, che si vuole ballare, senza la qual notizia è impossibile il poterla ravvisare. Ed, ho anche voluto, lasciate da parte le figure dimostrative, d' Uomini, e Donne, le quali non servono a nulla, se non a guarnire i libri, e Page dar diletto a' ragazzi, servirmi delli segni di Chorografia, o dell' Arte di scriver le Danze, ne' quali agevolmente si comprendono le positure, ed i movimenti di ciascun passo.

E finalmente questo mio libro potrà esser molto utile a tutti gli amadori di cotal arte, e di semplice solazzo a' buoni Maestri di Ballo. Quando adunque, savissimo Leggitore, ti sia a grado il voler imparare la Danza Nobile, piaciati leggerlo attentamente, e vivi felice.

Page ILLUSTRISS. E REVERENDISS. SIGNORE.

FElice Mosca supplicando espone a V.S. Illustriss., come disidera dare alle stampe un libro intitolato Trattato del Ballo Nobile di Gio: Battista Dufort, nel quale non si contiene alcuna cosa contro al costume. Che però ricorre da V.S.Illustriss., e la supplica concedergli la licenza, e l'averà ut Deus.

Dominus Canonicus Vanalesta revideat, & referat. Neap. 12. Augusti 1728.

D.ANTONIUS CANONICUS CASTELLI VICARIUS GENERALIS.

P. Petrus Marcus Giptius Canonicus Deputatus.

Page EMIEMINENTISSIME DOMINE.

JUss’u Em. Tuae legi librum, cui titulus est: Trattato del Ballo Nobile, in quo Catholicae Fidei, aut Christianae morum disciplinae contrarium animadverti. Quapropter dignum censeo, ut Typis mandetur: dummodo Em. Tuae adcedat auctoritas. Datum Neapoli XII. Kal.Septembris, anno cIoIoccXXVIII.

Em. V.

Humill. ac Addictiss. Famulus >> >> Dominicus Vanalesta.

Attenta supradicta relatione, Imprimatur. Neap. 22. Augusti 1728.

D.ANTONIUS CANONICUS CASTELLI Vicarius Generalis.

D. Petrus Marcus Giptius Canonicus Deputatus.

Page ECECCELLENTISSIMO SIGNORE.

FElice Mosca supplicando espone a V. Ecc., come disidera dare alle Sampe un libro intitolato: Trattato del Ballo Nobile di Gio: Battista Dufort. Che però ricorre da V. Ecc., e a supplica della licenza, tanto maggiormente, che il detto libro non contiene alcuna cosa pregiudiziale alla real giuridizione, e l'averà, ut Deus.

Mag. Doct. D. Dominicus Gentile videat, & in scriptis referat.

MAZZACCARA REG. PISACANE REG.
THOMASI REG. VENTURA REG.
CASTELLI REG.

Provisum per S. E. Neap. 19. Julii 1728.

Mastellonus.

Page ECECCELLENTISSIMO SIGNORE.

PEr comando di V. Ecc. hò letto il libro, ò sia Trattato del Ballo Nobile di Gio: Battista Dufort; e come che non hà rapporto alcuno colla Real Giurisdittione, può da questo lato darsi alle stampe se l'Ecc. V. non giudicarà, altramente. Napoli 22. Agosto 1728.

Di V.E.

Umiliss. e Devotiss. Servidore >> >> Domenico Gentile.

Visa relatione imprimatur, & in publicatione servetur Regia Pragm.

MAZZACCARA REG. ULLOA REG.
PISACANE REG. VENTURA REG.
CASTELLI REG. PEYRI REG.

Provisum per S.E. Neap. 27. Augusti 1728.

Mastellonus.

Page INDICE DE' CAPITOLI.


Cap.I. Del Ballo, e delle parti, che lo compongono. pag. 1

Cap.ii. Delle Positure de' Piedi. 4

Cap.iii. Dell' Equilibrio del Corpo. 11

Cap.iv. De'Movimenti del Corpo. 16

Cap.v. Della Cadenza. 20

Cap.vi. De' Passi del Ballo Nobile. 25

Cap.vii. Dichiarazione de' segni, che si trovano nelle Figure de' Passi. 29

Cap.viii. Del Passo Semplice, o Naturale. 36

Cap.ix. Del Passo Picgato, e Rialzato. 38

Cap.x. Della Pirola. 39

Cap.xi. Del Passo Saltante. 44

Cap.xii. Del Passo Gittato. 46

Cap.xiii. Del Passo Mezzo gittato. 47

Page Cap.xiv. Del Passo Mezzo tronco. 48

Cap.xv. Del Passo Tronco. 50

Cap.xvi. Del Passo Sfuggito. 53

Cap.xvii. Del Passo Scacciato. 55

Cap.xviii. Del Fioretto. 57

Cap.xix. Del Contrattempo. 64

Cap.xx. Del Mezzo contrattempo. 66

Cap.xxi. Del Passo di Rigodone. 68

Cap.xxii. Del Passo di Sissone. 71

Cap.xxiii. Del Passo Unito. 74

Cap.xxiv. Del Passo di Gagliarda. 76

Cap.xxv. Del Passo Grave. 77

Cap.xxvi. Del Passo Bilanciato. 80

Cap.xxvii. Del Passo Cadente. 83

Cap.xxviii. Della Sdrucciolata. 86

Cap.xxix. Del Passo Staccato. 88

Cap.xxx. Del Giro della Gamba, Battimento del Piede, e de' Movimenti del Ginocchio, da' Franzesi detto Balonné. 90

Cap.xxxi. Del Movimento delle Braccia. 93

Cap.xxxii. Della Riverenza. 100

Cap.xxxiii. Della Figura. 105

Page Cap.xxxiv. Avvertimenti generali a coloro, che vogliono perfettamente imprendere il Ballo Nobile. 109


Cap.i. Del Minuetto, e delle parti, che lo compongono. 117

Cap.ii. Del Passo del Minuetto. 121

Cap.iii. Del Movimento delle Braccia del Minuetto. 130

Cap.iv. Della Cadenza del Minuetto. 133

Cap.v. Della Figura del Minuetto. 136

Cap.vi. D'alcuni altri passi, ed ornamenti, co'quali si può rendere più leggiadro il Minuetto. 143


Della Contradanza. 150

Delle Riverenze fuor della Danza. 156

1 TRATTATO DEL BALLO NOBILE.


CAPITOLO I.

Del Ballo, e delle parti, che lo compongono.

IL Ballo è un'arte di muovere ordinatamente il corpo, affine di piacere agli spettatori.

Per acquistare una tal'arte fa di mestieri saper secondo la regola appoggiare i piedi sulla terra, equilibrare il 2 corpo, muoverlo a tempo con alcuni artifiziosi, e leggiadri passi, accompagnarlo eziandio col regolato movimento delle braccia, ed ultimamente saper tutte queste cose adoperare sulle figure: nel che consiste il compimento dell'opera.

E per ordinatamente procedere alla sposizione di tutte le parti del ballo nobile, cominciando dalle più semplici, ed alle più composte, ed intralciate a parte a parte passando; daremo principio al presente trattato dalle positure de' piedi, acciochè ognun sappia in quanti modi si possano graziosamente, e con regola tenere appoggiati sulla terra, e schisi tutte l'altre maniere sconce, e disordinate, le quali non possono nella danza aver luogo. Secondariamente diremo dell'equilibrio, che dee tenere il corpo nel ballo: e faremo conoscere, quanto sia necessario il saperlo ben porre in uso. Nel terzo luogo, situati i piedi sulla terra, ed il corpo in equilibrio, dimosterremo, 3 come bisogni muoverlo: e additeremo tutti i movimenti, che mai si possono ballando fare, ed il sommo utile, che dalla lor notizia si può trarre. Innanzi poi di procedere a' passi, i quali da' movimenti vengon composti, diremo nel quarto luogo della cadenza, e de' tempi suoi, senza la cui intelligenza non si può nel ballo alcuno passo formare. Nel quinto luogo dichiareremo tutti i passi del ballo nobile, de' quali ad uno ad uno418418. опечатка дважды написано ad uno, e partitamente trattando, mosterremo la positura, l'equilibrio, i movimenti, ed il valore: e queste cose non solamente si vedranno in iscritto, ma eziandio nelle figure, dalle quali i capitoli, che di tutto ciò trattano, vanno accompagnati, ed adorni. Appresso nel sesto luogo tratteremo del movimento delle braccia, il quale è anche una parte del ballo assai necessaria. E nel settimo luogo diremo della figura, ovvero del cammino, che far dee colui, che balla, su del quale voglionsi 4 porre in atto tutte quelle cose, che si saranno ne' capitoli precedenti a quello della figura, dimostrate. Or da questa generale idea data della danza nobile, è da passare con debito ordine alla particolare dimostrazione delle quì sopra recate parti, che la compongono.

CAPITOLO II.

Delle positure de' piedi.

LE positure de' piedi, le quali, comunque fatte, sono infinite, si riducono nella danza al solo numero di dieci. Delle quali cinque anno uso così nel ballo nobile, che in quello da teatro, e s' appellano positure vere, o buone; e le restanti cinque nel solo ballo da teatro, le quali positure son dette false.

La vera, o buona positura consiste nel situare i piedi sulla terra secondo 5 una certa, e determinata misura in modo, che quelli tengano egualmente le lor punte rivolte in fuori.

La falsa positura per contrario consiste nel situare i piedi sulla terra, anche secondo una certa, e determinata misura, in modo, che amendune, o almeno una delle lor punte siano rivolte al di dentro.

Or essendo mio intendimento di trattare solamente della danza nobile, da parte la teatrica, e le di lei false positure lasciando; procedo innanzi alla dichiarazione delle cinque buone. Le quali perchè meglio si comprendano, l'esporremo sotto gli occhi nelle figure, che seguiranno: per la intelligenza delle quali, si deono prima d'ogn' altra cosa disciferare i pochi segni, che le com pongono.

La figura ACBD rappresenta la presenza del corpo, i cui lati sono additati dalle lettere AB, la parte davanti da C, e la deretana da D.

La linea EF, la quale non si troverà 6 solamente nelle figure delle positure de' piedi, ma anche di tutti i passi, mostra il principio del cammino, sul quale deono avviarsi i passi del ballo per incominciar la figura.

La figura GHI dinota il piede, di cui G mostra il tallone, H la noce, ed I la punta.

E la figura LM rappresenta i due piedi, de' quali M dinota il destro, ed L il sinistro. E per non incorrere in alcuno errore nel discernere un piede dall' altro, non si dee già regolare da' loro talloni, sì che giacendo questi a lato destro, s'abbia da estimare, che rappresentino il piè destro, ovvero giacendo a lato sinistro, s'abbia da credere, che dinotino il piè sinistro: ma sì è da prender 7 regola dalle lineette a'talloni appiccate, le quali dall'uno, o dall'altro lato, che guardino, mostrano costantissimamente l'uno, o l'altro piede, cioè il destro se a destra, ed il sinistro se a sinistra stanno rivolte. E nel vero se nella quinta positura, come innanzi ravviseremo, si volesse alcun regolare dalla giacitura de' talloni, e non già dalla guardatura delle suddette piccole linee, leggiermente potrebbe pigliare un per un' altro piede. Ritorniamo di presente alle positure de' piedi, donde ci dipartimmo.

La prima positura consiste nel tenere in tal modo i piedi appoggiati sulla terra, che i lor talloni fi trovino egualmente l'uno all'altro congiunti, tenendosi, come è detto, i piedi rivolti al di fuori.

La seconda nel tenere i piedi aperti sopra una medesima linea, serbandosi tra' due talloni la distanza d'un piede intero.

8 La terza nel tenere la parte deretana del tallone d'un piede alla noce dell'altro congiunta.

La quarta si fa situando i piedi uno innanzi l'altro sopra la medesima linea, serbando tra l'uno, e l'altro tallone la distanza d' un piede intero.

La quinta, ed ultima positura consiste nel tenere sì fattamente i piedi appoggiati sulla terra, che la parte deretana del tallone del piè, che si trova innanzi, vada direttamena formare quasi un angolo retto, sulla punta del piè, che rimane addietro.

Or quì è da avvertire, che le addotte regole delle positure de' piedi allora anno il suo vigore, e si debbono osservare, qualora ambedue 9 i piedi stanno appoggiati sulla terra. Perciocchè quando un sol piede vi si trova fermo: il che tratto tratto nel ballo accade, non v'ha altro obbligo a rispetto dell' altro, il quale si trova in aria, che volendolo appoggiare, si mandi giù sopra una delle dette positure, suor delle quali non è lecito in niun modo di tenere i piedi nel ballo nobile. Ed avvegnachè alcuna volta ne' passi, che si fanno col movimento circolare, i piedi si trovino sopra alcuna delle cinque false positure, le quali, come è detto, voglionsi solamente adoperare nella danza da teatro: tuttavia però, oltre che ciò nasce da pura necessità, e dalla naturalezza del circolar movimento i piedi non vi rimangono fermi e stabili: ma incontanente deono passare sopra una delle buone positure. Per la qual cosa questo necessario difetto viene a rendersi impercettibile.

Si vogliono oltre a ciò due altre cose avvertire prima, che si conduca al 10 termine il presente capitolo. La prima si è, che bisogna bene addestrarsi a porre in opera le riferite positure de' piedi; le quali sì sono necessarie a chi è vago d'imprendere il ballo nobile,come le lettere dell'alfabeto a chi è disideroso di saper leggere; ovvero come le fondamenta abbisognano all'edisizio. La seconda si è, che si dee ognuno guardare d'esser troppo scrupuloso e sofistico intorno alla loro misura. Onde se peravventura adoperandole, non si serbasse una matematica esattezza (purchè non si venisse ad uscir fuori della linea, sopra cui si deono i piedi appoggiare) non si commetterebbe alcun fallo: tanto maggiormente, che chi balla, non ha ne' piedi, nè chi guarda nel visivo senso il compasso, per non incorrere, o per osservare gl'insensibili difetti, che mai possono intervenire. Perchè se nel situare i piedi su la seconda, o quarta positura un pocolin si sbagliasse della diterminata distanza d'un piede 11 intero, il quale, come di sopra è detto, dee trovarsi fraposto tra l'uno e l'altro tallone, non sarebbe alcerto cosa da imputare ad errore. E la sperienza delle cose maestra, e regolatrice ci fa alle volte conoscere, che la disposizione, o natural costituzione dello scolare patir non potendo tutto il rigore delle suddette leggi, deesi egli dispensare da cotanta, e sì per lui malagevole esattezza. E però il giudicioso, e prudente Maestro dee badar bene sopra i naturali difetti, per potergli, se non già come si dovrebbe, almeno come potrà il meglio, correggere, ed ammendare.

CAPITOLO III.

Dell' Equilibrio del Corpo.

SPoste le positure de' piedi, le quali, come è detto, appartengono al ballo nobile, l'ordine impreso richiede, 12 che dell' equilibrio del corpo si faccia nel presente luogo parola; per quindi procedere innanzi a' movimenti, ed a' passi, che dee fare.

L'equilibrio rispetto al ballo consiste nel tenere il corpo diritto, grazioso, ben disposto, e niente forzato oltra la suo naturalezza, in modo, che tutto il suo peso s'appoggi sopra le piante, ovvero sopra le punte de' piedi in quelle diverse maniere, che or ora farem vedere.

Si può il corpo equilibrare in sei modi tra lor differenti. Primieramente tenendolo appoggiato sopra amendune le piante de' piedi. Secondariamente sopra amendune le punte loro. Nel terzo modo sopra la pianta d'un piede, toccandosi colla punta dell'altro la piana terra. Appresso nel quarto modo si può tenere tutto il corpo appoggiato sopra la punta d'un solo piede, toccandosi la terra colla punta del'altro. Nel quinto modo si può equilibrare tutto il corpo sopra la 13 pianta d'un piede, senza che l'altro tocchi affatto la terra. E nel sesto ed ultimo modo sulla punta d'un piede, tenendosi l'altro in aria.

La notizia di questi equilibrj non serve già per andare investigando nella formazione de' passi, quante volte, ed in quanti modi il peso del corpo si vada trovando, or su questo, or su quell'altro equilibrio: Il che sarebbe un voler andare all'infinito, ed un voler più tosto filosofare, che ballare; anzi io porto fermissima opinione, che se colui, che balla, volesse andare disaminando gli equilibrj di ciascun passo, ponendo mente al peso del corpo, che or si trova sulle piante, ed or sulle punte de' piedi nelle sei maniere dette di sopra; non dico gia già in una misura, o tempo d'armonia, ma forse in cento to non sarà per formare un solo passo. Ma sì solamente bisogna, per sapere, equilibrato che sarà il corpo in uno de' detti modi, da qual piede si deano i passi incominciare, e come si vogliano 14 finire, per trovarsi il corpo in istato da poter formare i passi, che sieguono appresso. Sopra di che dar si possono due regole generali.

La prima si è, che equilibrato il corpo ne i due primi modi, cioè sopra le piante, o sopra le punte de' piedi, si possono indifferentemente i passi coll'uno, o coll'altro piè cominciare. La seconda, che equilibrato il corpo negli altri quattro modi, cioè sopra la pianta, ovvero sopra la punta d'un piede, toccandosi colla punta dell'altro la piana terra, ovvero tenendosi in aria; non si possono da quel piè cominciare i passi, sopra di cui si trova tutto il peso del corpo, fuor solamente i contratempi, ed i mezzi contratempi, come a suo luogo faremo aperto.

Sono finalmente da avvertire alcune cose intorno all'equilibrio, o portamento della Dama, e del Cavaliere rispetto alla danza nobile. La Dama adunque dee tenere la testa diritta, e la gorgia alquanto recata in fuori: il 15 guardo non alto, nè basso, ma sì a mezz'aria: Le spalle basse, e tirate in dietro, acciochè il petto comparisca ben largo: lo stomaco avanzato, ed il ventre ritirato: i piedi in fuori: le braccia basse sopra il mezzo di ciascun lato non troppo aperte, nè troppo serrate: le mani, coll'indice, e pollice delle quali deve ella tenere l'uno, e l'altro lato della vesta, voglionsi tenere colle piante non troppo rivolte innanzi, acciochè non apparisca troppo distesa; nè molto rivolte in dietro per non comprimerla, e farla vedere troppo angusta: ma sì sono da tenere nel mezzo di questi due modi. E sopra tutto avverta a sar ciò con un'aria nobile, graziosa, facile, e naturale. Il Cavaliere tenga anche la testa diritta: le spalle basse, ed alquanto ritirate in dietro: lo stomaco un poco avanzato innanzi: il ventre niente recato in fuori, ma sì ritirato: i ginocchi distesi in fuori: le gambe diritte, ed i piedi bene in fuori rivolti. E sopra tutto si guardi 16 parere affettato; schifi la forza; e prenda un'aria nobile, agevole, e naturale.

CAPITOLO IV.

De' Movimenti del Corpo.

IL movimento del corpo si è quel portarsi di colui, che balla o in giro sopra il suo propio luogo, o dal luogo, ove ei si trova, in un'altro.

I movimenti o sono semplici, ovvero composti. I semplici sono quelli, che s'adoperano tutti soli, e che non vanno uniti a più spezie di movimenti. I composti per contrario sono quelli, che vanno congiunti a più movimenti di spezie diversa. I movimenti semplici sono quattro, cioè piegato, rialzato, andante, e circolare. Il piegato si fa piegando i ginocchi. Il rialzato, rialzando, o distendendo i ginocchi. L'andante si fa camminando innanzi, 17 addietro, dall'uno, e dall'altro lato. Ed il circolare movendo il corpo in giro senza uscir del suo propio luogo. I composti, i quali costano di due, o al piú di tre semplici movimenti congiunti in uno, ed i quili sono assai frequenti nel ballo, sono per esemplo: il piegar camminando un passo, il qual movimento è composto di due semplici, cioè del piegato, e dell' andante: il piegar girando sul medesimo luogo a man destra, o sinistra, il quale è parimente composto di due semplici, cioè del piegato, e del circolare: il camminare un passo girando, il quale anche costa di due semplici, cioè dell'andante, e del circolare: il piegar camminando, e girando, che è prodotto da tre semplici, cioè dal piegato, dall' andante, e dal circolare. Egli è inutile di recare in mezzo altri esempli de' movimenti composti; ed all'incontro non è da tacere, che qualora si adoperano dal corpo più movimenti congiunti in 18 uno, non s'hanno da contare per più movimenti, ma per un solo.

S'avverta oltracciò, che a' salti, i quali si fanno ne i passi del ballo nobile, comeche per esser adoperati abbiano primieramente bisogno del piegamento de' ginocchi, non si dee attribuire altro movimento distinto del rialzato, sì perchè regolarmente dal medesimo distendimento de'ginocchi, nel quale, come è detto, consiste il movimento rialzato, e per cui le piante de' piedi calcano con empito la terra, vengono prodotti; e sì ancora, perciocchè ogni movimento del corpo al piegato contrario, qual'è il salto, deesi veracemente rialzato chiamare. Ed avvegnachè paja, che se non l'alzata,che fa in aria il salto, almeno la cascata di quello non si possa col rialzato movimento confondere, o in un congiugnere, che dir vogliamo: essendo il levarsi in aria, ed il cader giù due movimenti tra loro contrarj, e che non possono insieme stare: tuttavia se si considera, 19 che il primo di essi fa del salto la principal parte, e che il secondo è un suo necessario finimento, cagionato non già dalla forza del ballatore, ma sì dalla natura; si potrà chiaramente comprendere, che la cascata del salto non si dee nel ballo avere per movimento diverso del rialzato. Tanto maggiormente, che dal passo saltante in fuori, il quale, come per innanzi nel suo particolar capitolo avvertiremo, non ha quasi uso alcuno nel ballo nobile, tutti gli altri salti si vogliono sì leggiermente fare, acciocchè il sostenuto, e grave portamento della persona non si scomponga; che si dee più tosto sar sembianti di saltare, che veramente levarsi in aria. E questo ammonimento, il quale è assai utile a' Cavalieri,massimamente a coloro, che sono troppo grandi della persona, è necessarissimo alle Dame, alle quali in niun modo è lecito saltare nel Ballo nobile.

Da' movimenti così semplici, che 20 composti traggono tutti i passi del ballo, come da una sola cagione, l'origin loro. Perlaqualcosa si dee studiosamente riflettere sopra la loro natura, e differenza, affine di conoscere in un tratto di quanti, e quali movimenti sia ciascuno passo prodotto; e qual di essi si debba nel principio, qual nella fine de' passi trovare; e finalmente sopra qual de' detti movimenti si trovi la cadenza, o battuta dell' armonia di quell'aria, che si vuole ballare.

CAPITOLO V.

Della Cadenza.

DA' movimenti, come è detto, vengono prodotti tutti i passi del ballo nobile. I quali esser non dovendo dall'altrui talento, ma sì bene dall'armonia regolati; però secondo l'ordine, che nel principio prendemmo, seguita nel presente luogo a 21 dire della cadenza.

Manifesta cosa è adunque, che essendo la danza figliuola dell'armonia, alcuno non sappia, nè possa ballare, s'egli non conosce, e co' movimenti del corpo la cadenza di quella non siegue. E ciò è tanto vero, che quantunque alcuno abbia tutta l'agilità, speditezza, e grazia della persona, e che sappia formare tutti i passi; se peravventura non saprà adattargli alla misura dell'armonia, egli non saprà mai ballare.

Potrei quì fare un diffuso catalogo, ridicendo le varie maniere, ed i diversi tempi, co' quali l'armonia si misura, se il mio proponimento stato fosse d'insegnare altrui la musica: ma perciocchè ad altro è inteso il mio fine, cioè a trattare del ballo nobile; perciò parleremo di quelle sole misure, che cotal arte riguardano.

In tutta la danza adunque altre misure di tempi non hanno luogo, che la misura di due tempi detta binaria, e quella di tre tempi, ternaria volgarmente 22 appellata. E tutte le altre misure, delle quali la musica abbonda, si possono di leggieri nel ballo a queste due misure di due, e di tre tempi ridurre. E se con tutto il rigore parlar volessimo, ci converrebbe dire, che non v'ha, nè vi può avere alcuna misura, la qual binaria, o ternaria non sia, perciocchè esser non potendo altrimente i numeri, che pari, o impari, tutte le misure dell'armonia deono essere di ragion dupla, ovvero tripla. Onde i Maestri di Musica non possono già mutare la sustanza delle ragioni, o misure dell' armonia, essendo elleno eterne, immutabili, e necessarie: ma sì possono variarne i modi, dividendole, e suddividendole a lor talento, senza però, ch'elle cessino di rimaner tuttavia duple, ovvero triple.

Il tempo binario s'adopera per lo più in quelle danze, che speditamente, e con prestezza deono esser ballate: come per esemplo la Giga, la Gavotta, la Burè, il Rigodone, l'Alamanda, 23 ed altre fimili. Il tempo ternario serve a quell'altre danze, le quali si vogliono posatamente, e con maggior gravità delle prime, ballare: come per esemplo la Sarabanda, la Ciaccona, la Follia, l'Amabile, ed altre simili. E comechè v' abbia delle danze, l'arie delle quali sono così posate, che sembrano piú tarde di quelle, che sono sul tempo ternario composte, e le quali sono notate sopra quattro tempi, che i Musici dicono otto dodici, come per esemplo l'Entrata grave, e l'arie, che i Franzesi chiamano di Lure; tuttavia però queste medesime arie si riducono al tempo binario, sopra cui vengono ad esser ballate, senza che in niuna cosa si muti la posatezza, o gravità loro.

Abbiasi dunque per fermo, e per regola indubitata, che nel ballo altre misure di tempi non hanno luogo, che la binaria, e la ternaria, le quali, come è detto, a due, e tre si riducono; e che si deono o presto, o tardi, secondo il 24 buon genio de' ballatori, esattissimamente, e senza scemarne, o crescerne un sol momento, sonare.

Ed ultimamente è da avvertire, che color, che vogliono in breve spazio imparare il ballo, è di bisogno, che ottimamente sappiano la natura de' detti due tempi. Da questo però non ne siegue, che quei, che non ne hanno perfetta notizia, non possano, come quegli altri, che gli hanno per le mani, ballare in cadenza: veggendosi tutto giorno esattissimamente ballare alcune persone, le quali la musica, o le proprietà, e naturalezza de' detti due tempi non sanno; perciocchè facendosi loro per li buoni Maestri intendere, che ogni passo del ballo deesi fare nello spazio d'un tempo, o misura d'armonia, e dinotandosi loro sopra qual movimento de' passi si trovi la cadenza, o battuta della detta misura; coll'esercizio continuo, e col tenersi a mente le sole due spiegate misure del tempo binario, e ternario, imprender 25 potranno con ogni esattezza a ballare: ma sì ne viene in conseguenza, che in così brieve tempo, come coloro, che avranno di quelli una perfetta conoscenza, e che sapranno la musica, non impareranno a ballare. Ed all'incontro i Maestri di ballo hanno obbligo spezialissimo di saper tanto di musica, quanto basti loro per intendere compiutamente i detti due tempi; perciocchè altrimenti non potranno giammai far acquistare per via di pratica a'loro scolari, che non sanno di musica, quegli abiti, che si richieggono per ballare in cadenza.

CAPITOLO VI.

De' Passi del Ballo Nobile.

SIè dato finora sufficientemente ad intendere, in che modo si deano i piedi tenere appoggiati sulla terra: come sia da tenersi il corpo in 26 equilibrio: ed in che maniera bisogni muoverlo a tempo. Or non potendosi il corpo muovere, se non col formare que' passi, i quali si convengono far nel ballo; per seguire l'ordine impreso, si doverà de' passi in questo luogo far parola. E ciò farò io colla maggior chiarezza, che fia possibile, quantunque questa materia sia molto intralciata, e malagevole; e contuttochè alcuno non ce ne abbia infino ad ora dato in iscritto una chiara, e distinta idea.

I movimenti così semplici, che composti adoperati sopra le positure de' piedi, e gli equilibrj del corpo sono origine, principio, e cagione di tutti i passi del ballo nobile. I quali essendo moltissimi, se ne vuol parlare per innanzi partitamente ad uno ad uno. Siaci ora prima d'ogn'altra cosa lecito tutti i lor nomi quì riferire. I quali, per secondar la presente usanza, o costume, che dir vogliamo (giacchè ad alcuni amadori di cotal' arte per non dir tutti, s'odono nominar in 27 franzese; ed all'incontro ad alcuni altri, i quali sono d'assai minor numero, in toscano) così nell'uno, come nelI'altro idioma saran per noi rapportati.

I Passi del Ballo Nobile sono i seguenti.

| Semplice, o Naturale. | Simple, ou Naturel. | | ----------------------------- | ------------------------------ | |Piegato,e Rialzato. | Plié, & Relevé. | | Pirola. | Piroüette. | | Saltante. | Sauté. | | Gittato. | Jetté. | | Mezzo Gittato. | Demi-Jetté. | | Mezzo Tronco. | Demi-Coupé. | | Tronco. | Coupé. | | Sfuggito. | Eschapé, ou Sailli. | | Scacciato. | Chassé. | | Fioretto. | De Bouréé, ou Fleuret. | 28 | Contratempo. | Contretemps. | | Mezzo Contrattempo. | Demi-Contretemps. | | Di Rigodone. | De Rigaudon. | | Di Sissone. | De Sissonne. | | Unito. | Assemblé. | | Di Gagliarda. | De Gagliarde. | | Grave. | Grave,ou de Courante. | | Bilanciato. | Balancé. | | Cadente. | Tombé. | | La Sdrucciolata. | Glissade. | | Staccato. | Degagé. |

29 CAPITOLO VII.

Dichiarazione de' segni, che si trovano nelle Figure de' Passi.

TUtte le figure de' Passi, che seguiranno, essendo di tanti, e sì diversi segni composte, che mal si potrebbono, secondochè io estimo, comprendere, se prima la significazione di quelli non si sapesse; convenevole cosa è, che innanzi d'entrare a dire de' passi, i quali fanno di questo trattato la maggior parte, la sposizione de' detti segni si dea premettere. Ed avvegnachè, oltre di quelli, che noi quì recheremo, abbiavi alcuni altri pochi segni, i quali, a coloro, che vogliono saper porre in iscritto le danze, sono necessarj; tuttavia non trattando io della Corografia419419. видимо опечатка, пропущена h. Ранее он это слово писал иначе, ovvero dell'arte di 30 scriver le danze, stata già da altri sufficientemente insegnata, ma sì solamente dell'arte del Ballo; ho dovuto in questo luogo rapportare quei soli segni, che sono opportuni ad intendere le figure de' passi, che seguiranno.

La figura ABC rappresenta il passo, di cui A dinota il luogo, dove si trovava il piede prima di camminare: la linea AB il cammino fatto: e la linea BC il sito del piede dopo d'aver camminato, del quale B rappresenta il 31 sito del tallone, e C della punta del piede.

Il movimento piegato si descrive in due modi tra lor differenti. Primieramente con una piccola linea appiccata al passo, in giù riguardante, come si vede nella figura D, ed in secondo luogo con una consimil linea aggiunta al piede, come P rappresenta.

Il movimento rialzato notasi parimente così sul passo, come dinota la lettera E, che sul piede, come Q, con una piccola linea all' uno, ed all' altro ad angoli retti congiunta.

Il salto è additato dal passo F, a cui sono due piccole linee l'una alI'altra vicine aggiunte ad angoli retti.

Lo sdrucciolamento vien dinotato da due linee, la prima delle quali è ad angoli retti al passo attaccata, e la seconda ad angoli retti alla prima linea, e parallela al passo, come G rappresenta.

La cascata da due altre piccole linee vien dimostrata, la prima delle 32 quali è al passo unita ad angoli retti, e la seconda ad angoli retti sulla punta della prima cascante, parallela al passo, ed in su rivolta, come H fa vedere.

Il tenere il piè in aria si può in due guise significare, In primo luogo troncandosi con una piccola linea verso la punta il passo, come dimostra I; ed in secondo luogo troncandosi con una consimil linea il piede anche verso la punta, come R fa vedere.

Il punto messo davanti alla punta del piede del passo K dinota il dovere appoggiare il piè sulla punta senza che il corpo vi sia su portato. Ed il medesimo dimostra il punto messo davanti ad un piede, come la lettera S rappresenta.

Il movimento circolare adoperato nel luogo, ove si trova il corpo, notasi sopra i piedi con un mezzo quarto di circolo, quando si voglia mostrare un mezzo quarto di giro, in quella guisa che s' osserva nel piede T, con 33 un quarto di circolo, quando un quarto di giro s'ha a significare, come si vede nella lettera V: con un mezzo circolo, volendosi dimostrar mezzo giro, in quel modo, che mostra X: e finalmente con tre quarti di circolo, quando sono da notarsi tre quarti di giro, come Z ne dà a divedere. Quando però dinotar si volesse il movimento circolare andante, le porzioni di circolo andrebber messe, non già fulli piedi, ma sopra i passi.

34 Due passi si congiungono insieme con una linea all'uno ed all'altro attaccata, in quella maniera, che mostra N, la quale alli passi L, ed M serve di legamento.

Ed ultimamente quando si vuol dinotare, che un passo deve andare due volte più veloce d'un'altro, si vogliono adoperare due linee in quella guisa, che dinota la lettera O, per cui si dà ad intendere, che il passo congiunto, cioè L, debba andar due volte più veloce del passo M, che lo congiugne.

Per la compiuta intelligenza de' suddetti segni due cose mi rimangono ad avvertire. La prima si è, che quando essi si trovano notati sopra i passi, dinotano, che si debbano i movimenti per loro dimostrati, adoperar camminando; ove quando vanno notati sopra i piedi, vogliono dimostrare, doversi i detti movimenti fare sopra le positure. E la seconda si è, che ritrovandosi due, o più de' detti segni così sopra i passi, che sopra i piedi notati, 35 i primi movimenti, salti, sdrucciolamenti, e cascate, che s'hanno a fare, sono quelli, che stanno più prossimi al capo nero de' passi, ovvero al tallone de' piedi; e poi da mano in mano succedono i secondi, e quanti mai ve ne sussero dinotati; serbando spezialmente una regola intorno alli segni de' passi, che dove essi si troveranno notati, cioè nel principio, nel mezzo, o nella fine de' detti passi, in quel medesimo luogo, cioè nel principio, nel mezzo, o nella fine del cammino, deonsi i detti movimenti, salti, sdrucciolamenti, e cascate adoperare.

36 CAPITOLO VIII.

Del passo Semplice, o Naturale.

QUesto passo si chiama Semplice, o Naturale, perciocchè anzi vien formato per semplicità di natura, la quale insegna a tutti a camminare, che per sottigliezza d' umano pensamento, o per arte. Si può cominciare, e finire sopra ognuna delle cinque positure, e si può fare camminando avanti, addietro, a man destra, o sinistra, o veramente in giro. Costa d'un solo movimento, e s'adopera in tre differenti maniere. Primieramente facendo camminare naturalmente l'uno, o l'altro piede. Secondariamente levando il piè, che cammina in aria, col quale si descrive dallato un mezzo cerchio prima d'appoggiarlo a terra. Ed in terzo luogo si fa 37 sdrucciolando col piede, il quale mentre cammina, dee leggiermente toccare colla punta la terra. Potrebbesi a questo passo attribuire un tempo, massimamente quando far si dovesse nel secondo, o nel terzo modo: ma radissime volte interviene, che se gli dia questo valore; perlaqualcosa serve per lo più nella danza di legamento d'uno in altro passo, o per meglio dire, di riempimento di misura. E si descrive nelle tre guise, che sieguono.

38 CAPITOLO IX.

Del passo Piegato, e Rialzato.

IL passo Piegato,e Rialzato, il quale si può fare sopra tutte le positure d' piedi, costa di due semplici movimenti, cioè del piegato, e del rialzato, e s'adoperi in cotal modo: si spieghino primieramente amenduni i ginocchi, e poi si rialzino; ed appresso s'equilibri il corpo sopra un sol piede, e si tocchi colla punta dell' altro insensibilmente la terra, ovvero si levi in aria. I due movimenti piegato, e rialzato, che si trovano in questo passo, hanno il valore d'un tempo, la cui battuta si trova sul secondo movimento. Ed avvegnachè alcun de'piedi nõ cammini nel far questo passo: tuttavia, a' detti movimenti, che lo compongono, s'è messo nome di passo Piegato, e Rialzato: il quale, 39 perciocchè si adopera sul propio luogo, e senza che i piedi camminino, si descrive co' segni a' piedi congiunti, secondo le regole date di sopra, nel modo, che siegue.

CAPITOLO X.

Della Pirola.

DIcemmo nel capitolo de' movimenti, che il movimento circolare far si possa in due differenti maniere, cioè girando sul propio corpo, e senza uscir del luogo, dove alcuno si trova,ovvero camminando in giro,cioè 40 uscendo fuor del luogo, ove si trova il corpo. Or la Pirola s'adopera quando si vuol girare nel primo modo; e per camminar girando voglionsi usare altri passi.

Il movimento circolare nell'una, e nell'altra maniera, che far si voglia, si partisce in due mezzi giri: in quattro quarti di giro: ed in otto mezzi quarti di giro. Si potrebbe anche suddividere in vie più piccole particelle: ma perochè ciò facendo, le parti del giro si renderebbero impercettibili; però nel ballo altre divisioni, che le quì recate, non hanno luogo.

Or ciò posto convien sapere, che si può la Pirola in due modi, cioè girando per la parte di dentro, e girando per quella di fuori, adoperare. De' quali è da parlarsi partitamente ad uno ad uno.

La Pirola girata per la parte di dentro si fa qualora ritrovandosi il piè destro davanti al sinistro, si gira il corpo per la sinistra: ovvero 41 ritrovandosi il piè sinistro davanti al destro, si gira il corpo per la destra. Questa Pirola si può fare di mezzo quarto di giro sulla terza, quarta, e talora sulla prima positura: d'un quarto di giro sempre sulla terza, o sulla quarta: e di mezzo giro, il quale non è da oltrapassare, per non porre i piedi sopra alcuna delle false positure, le quali, come è detto, non sono da usare nel ballo nobile, sulla quinta positura. Sopra ognuna di queste positure si fa cotal Pirola piegando i ginocchi, girando in dentro, e distendendogli, o rialzandogli nella fine del mezzo quarto, o del quarto, ed ultimamente del mezzo giro. Perlaqualcosa ella racchiude due movimenti, cioè il piegato girando, ed il rialzato dopo l'aver piegato. Ed in qualunque modo, che far si voglia, cioè di mezzo quarto, d'un quarto, o di mezzo giro, vale un sol tempo, la cui battuta si trova sul secondo movimento, cioè sul rialzato.

42 Onde un modo dall' altro nella maggiore, o minore velocità differisce, sì che la Pirola di mezzo giro dee farsi due volte più veloce di quella d'un quarto: e quella d'un quarto doppiamente veloce della Pirola di mezzo quarto, acciochè ella comunque fatta abbia d'un solo tempo il valore.

La Pirola girata per la parte di fuori si fa quando ritrovandosi il piè destro davanti al sinistro, si gira il corpo per la destra: ovvero qualora ritrovandosi il sinistro davanti al desiro si gira il corpo per la sinistra. Si comincia sopra qualunque positura di piedi, e si faccia in questo modo: si pieghino i ginocchi, e si porti il piede dalla banda, che si dee girare, ed appoggiatolo a terra si rialzino i ginocchi, e si termini sulle punte de' piedi il giro, che si ha a fare. Contiene anche due movimenti, il primo de' quali si è il piegato, con cui unitamente si porta il piede dalla banda, che si dee girare, ed il secondo si è il rialzato, 43 con cui si termina il giro. Si può fare d'un mezzo quarto, d'un quarto, di mezzo giro, e di tre quarti di giro. Li quali non sono da oltra passare, per non iscomporre la gravità, o serietà del corpo nel ballo nobile. Ed in qualunque modo, che far si voglia, non val più, che un tempo, la cui battuta si trova sul secondo movimento, cioè sul rialzato. Perlaqualcosa in altro la Pirola di tre quarti da quella di mezzo giro non differisce, fuor solamente in ciò che la prima si fa una volta e mezza più veloce della seconda: e quella di mezzo giro dee farsi due volte più veloce della Pirola d'un quarto: e quella d'un quarto doppiamente veloce della Pirola di mezzo quarto: accioch'elleno comunque adoperate siano in un sol tempo comprese. Avvertasi dunque bene in tutte le maniere di far le Pirole, che altra cosa è la velocità, con cui girar si deono i mezzi quarti, i quarti, i mezzi giri, ed i tre quarti di giro; ed altra cosa è la misura, 44 o tempo dell' armonia. E nel vero la misura è sempre la medesima: ma la velocità delle Pirole or dee essere maggiore, or minore, secondo quelle parti di giro, che s'hanno a fare, per andar bene a tempo.

CAPITOLO XI.

Del passo Saltante.

IL passo Saltante, il qual di rado viene usato nel ballo nobile, si fa sopra tutte le positure de' piedi, da una in altra saltando. Contiene due movimenti, cioè il piegato, ed il rialzato 45 col salto. E quantunque soglionsi impiegare due di questi passi per compiere un tempo: tuttavia la battuta si trova sempre sulla cascata del primo salto. L'esemplo sia questo: se si vuol' egli fare dalla terza alla seconda positura, e dalla seconda alla terza. Equilibrato il corpo nel primo modo, si pieghino i ginocchi, e si rialzino saltando, e cadasi giù sulla seconda positura. Quindi si ripieghino immediate i ginocchi, si rialzino risaltando, e si ricada sulla terza positura con quel piede innanzi, che nel principio trovossi addietro.

46 CAPITOLO XII.

Del passo Gittato.

COminciasi questo passo indifferentemente dall'uno, o dall'altro piede sopra qualunque positura. E' composto di due movimenti, il primo de' quali si è il piegato, ed il secondo il rialzato andante col salto. Per esemplo: se alcuno lo voglia fare dalla quarta alla medesima positura col piè destro dietro al sinistro, à di bisogno, ch'e' pieghi i ginocchi, e che rialzandogli salti innanzi, e cada sopra il piè destro alla quarta positura. E comeche il suo valore sia veramente d'un tempo, la cui battuta si trova sulla cascata del salto: nullaperòdimeno è solito farsi due di questi passi, massimamente quando alcun se ne serva nella misura a due tempi; nel qual caso la battuta anche si trova sulla cascata 47 del primo Gittato, ed il secondo serve di legamento al passo, che deve appresso succedere. Quando però si voglia impiegare un sol passo Gittato per compiere una misura, bisognerà fermarvisi, e servirsi di qualche bello, e grazioso atteggiamento per sinattanto, che giunga il punto dell' altra misura, per procedere a’ passi, che sieguono appresso.

CAPITOLO XIII.

Del Passo Mezzo Gittato.

L'Uso di questo passo è assai frequente nel ballo nobile: ed avvegnachè 48 rade volte nel principio: tuttavia si trova spessissimo nella fine di molti passi. In niuna cosa dal precededente intorno alla positura, equilibrio, movimenti, e misura, è diverso. E la lor principale differenza consiste nell' operare i movimenti del passo Mezzo Gittato per metà, e più soavemente di quelli del passo Gittato.

CAPITOLO XIV.

Del Passo Mezzo Tronco.

SI può cominciar questo passo dall'uno, o dall'altro piede sopra qualunque positura o si voglia andare innanzi, o addietro, o a destra, o a sinistra, od ultimamente in giro, secondochè la danza, la qual si balla, richiede. Due movimenti son contenuti in questo passo: il primo è il piegato camminando, ed il secondo il rialzato, poichè camminato 49 si sia. Vale egli una misura, la qual si trova sul secondo movimento. L'esemplo sia questo: volendosi col piè destro far questo passo per innanzi dalla quarta alla medesima positura, si trovi dietro al sinistro: sul quale equilibrato il corpo, deonsi piegare i ginocchi, facendo nel medesimo tempo passare il piè destro innanzi alla quarta positura: ed appresso rialzandogli, conviene equilibrare il corpo sul destro piede, e levar di terra il sinistro, se la danza, che si balla, il domanda; altrimente è da equilibrarsi sopra quel piede, il quale a partire non dovrà essere il primo, toccandosi il suolo colla punta dell' altro piede, acciocchè si trovi a' passi, che sieguono, libero e disbrigato. Questo passo Mezzo tronco, sì perchè da se solo ha grandissimo uso nella danza, e sì ancora perciocchè entra nella formazione di molti passi, cioè del Tronco, del Fioretto, del Bilanciato, e della Sdrucciolata,come per innanzi, 50 di lor trattando, farem vedere, vien ad essere un de' principali passi del ballo nobile, il qual descrive in questo modo.

CAPITOLO XV.

Del Passo Tronco.

QUesto passo è composto d' un Mezzo tronco congiunto ad un passo Naturale comunque fatto, cioè o del tutto semplice, o accompagnato dallo sdrucciolamento del piede, ovvero dal mezzo cerchio: le quali tre maniere di fare il detto passo sufficientemente nel capitolo del passo Semplice, o Naturale furon per 51 noi rendute aperte. Perlaqualcosa contiene egli tre movimenti, il primo de' quali si è il piegato camminando, il secondo il rialzato dopo d'essersi camminato, ed il terzo si è l'andante. Si può fare sopra tutte le positure, e per ove si voglia, cioè andandosi innanzi, addietro, a man destra, o sinistra, o finalmente in giro. Per esemplo, se far si volesse per innanzi dalla terza alla quarta positura, partendosi col piè dritto, converrebbe, equilibrato primieramente il corpo sul piè sinistro, col destro addietro sulla punta, piegare i ginocchi, facendo nel medesimo tempo passare innanzi il piè destro alla quarta positura; quindi sarebbe da rialzarsi, e da equilibrarsi sopra lo stesso piè dritto, ed alzatosi di terra il sinistro, far si vorrebbe un passo Naturale alla quarta positura in una delle tre dette maniere. Nè solamente può terminarsi il passo Tronco con un passo Naturale, ma anche col battimento di piede: 52 il quale come si debba adoperare, appresso nel suo capitolo mostreremo. Ha egli il valore d'un tempo, la cui battuta si trova sul secondo movimento.

Avvi eziandio un' altro modo di far questo passo, che volgarmente passo Tronco a due tempi vien detto. E' anche composto di due passi, cioè d'un Mezzo tronco, e d'un Mezzo gittato. In alcuna cosa dal precedente, salvo ne' movimenti non differisce, perciocchè, ove quello ne ha tre, questo ne contien quattro, cioè due del Mezzo tronco, ed altri due del Mezzo gittato. E senza distesamente recarne altro esemplo, basterà di sapere, che quando colui, che balla si sarà alzato, ed inalberato sul piè destro, uopo è che senza indugio ei levi in aria il sinistro allato al destro, e ripiegati alquanto i ginocchi, col medesimo piè sinistro convien, che faccia un Mezzo gittato dalla banda dinanzi alla quarta positura. Se gli attribuisce anche un tempo, 53 la cui battuta si trova parimente sul movimento rialzato del passo Mezzo tronco: e si descrive nelle seguenti maniere.

CAPITOLO XVI.

Del Passo Sfuggito.

IL passo Sfuggito, non altrimente, che il Saltante sposto di sopra, comechè 54 sia annoverato tra' passi del ballo nobile, pur tuttavia non è da farsene conto, ma sì è da schifarsi, spezialmente nelle danze composte, ove si dee ognun guardare di far entrare que' passi, che di leggieri possono il grave, e sostenuto portamento della Dama scomporre. In alcuna cosa dal Saltante, fuorchè ne' movimenti, non differisce. E nel vero ove, i movimenti di quello sono il piegato, ed il rialzato col salto, i movimenti di questo sono il rialzato sulle punte, e l'andante. Per fare adunque il passo Sfuggito dalla prima alla seconda, e dalla seconda alla terza positura, si vuole equilibrare il corpo sopra amenduni i piedi, e succedevolmente, senza piegare i ginocchi, vuolsi levare sopra le punte loro, ed incontanente deono i piedi sdrucciolando scappare, e scorrere alla seconda positura. E nello stesso momento, che sopra d'essa si giugne, bisogna levarsi nuovamente sulle punte, 55 e ritornar nel medesimo modo sulla terza positura.

CAPITOLO XVII.

Del passo Scacciato.

QUesto passo si chiama Scaccinto; perciocchè in esso un de' piedi percotendo l’altro, lo scaccia via, e gli fa fare un passo Naturale. Quantunque adoperar si possa per innanzi, addietro, dall'uno, e dall'altro lato, ed ultimamente in giro: tuttavia nelle composizioni de' buoni Maestri di danze, non si vede egli usato, 56 che dallato, ovvero addietro; riuscendo invero l'altre guise molto sconce, e niente alla vista gradevoli. Due sole positure di piedi, cioè la seconda, e la quarta gli possono servir di cominciamento, non facendosi questo d'ordinario, salvochè addietro, ovvero dallato. Contiene tre movimenti, cioè il piegato, il rialzato, e l'andante, e s'adopera in questo modo. Volendosi, per esemplo, fare addietro sopra la quarta positura col piè sinistro davanti al destro: equilibrato primieramente il corpo sopra amendune le piante de' piedi, si pieghino i ginocchi, ed appresso rialzandogli è da saltare col piè sinistro, il quale leggiermente venga addietro a percuotere col tallone nella noce del piè destro, facendogli fare un passo Semplice alla quarta positura. Il medesimo s'adoperi nel passo Scacciato fatto dallato. Fannosi ordinariamente due di questi passi per compiere una misura di tempo, la cui 57 battuta si trova sul secondo movimento, cioè sul rialzato del primo Scacciato: e si descrive nelle guise, che sieguono.

CAPITOLO XVIII.

Del Fioretto.

IL passo detto Fioretto è sì necessario nel ballo nobile, che non si può comporre alcuna danza senza di esso, ove di questo solo si420420. возможно написано sì può formare una danza intera. E perciò è da porre ogni studio, e sollicitudine, acciocchè di esso si dia una 58 compiuta, e distinta dichiarazione.

Da' tre differenti modi, co i quali si fa questo passo, ha egli ricevuto tre diverse dinominazioni, le quali sono queste: Fioretto Semplice: Fioretto in Iscacciato, e Fioretto in Gittato. Sono non pertanto tra di loro in ogn'altra cosa differenti, fuor ne' movimenti, e nel tempo, come ad uno ad uno in questo luogo di lor trattando, farem vedere.

Il Fioretto Semplice, il quale è più degli altri due usato, e necessario nel ballo nobile, si può fare sopra tutte le positure de' piedi in diversi modi, e sopra differenti figure: ma sempre co' medesimi movimenti, e misure di tempo. Quattro movimenti sono in questo passo compresi: il primo de'quali si è il piegato camminando, il secondo il rialzato, il terzo, ed il quarto sono due movimenti andanti in due semplici passi. Vale una misura, la cui battuta si trova sul secondo movimento, cioè sul rialzato. Il suo esemplo 59 sia questo. Volendosi fare il Fioretto innanzi dalla terza alla quarta positura cominciandosi col piè dritto, s'equilibri il corpo sul piè sinistro, tenendosi il piè destro addietro sulla punta. Si pieghino appresso i ginocchi, mandandosi nel medesimo tempo il piè destro innanzi alla quarta positura: quindi si rialzino, e si facciano due passi Semplici, il primo de' quali col piè sinistro, ed il secondo col destro, amenduni alla quarta positura. Se bisognasse far un'altro Fio retto, a questo già dichiarato, congiunto, si converrebbe incominciare col piè sinistro. Ed ultimamente è da avvertire, che se nel luogo del secondo passo Naturale sostituir si volesse un leggierissimo Mezzo gittato, sarebbe invero per riuscire assai più dilettevole per vaghezza.

Il Fioretto in Iscacciato si fa in assai meno modi, che il precedente, e se gli può veramente dar questo nome, quando si va solamente innanzi, 60 o addietro; perciocchè così nell'uno, che nell' altro modo adoperato un piede va a percuotere, ed a scacciar l'altro. E nel vero volendolo fare innanzi; poichè si sarà rialzato il primo passo, che s'era camminando piegato; il piede, che adopera il secondo passo, va ad urtare colla noce dietro al tallone dell' altro, facendogli fare il terzo passo. E volendosi fare addietro, dopochè si sarà, piegando i ginocchi, camminato addietro il primo passo, e dopochè si sarà rialzato; il piè, che si trova innanzi, faccia il suo passo Naturale, e vada a percuotere col tallone nella noce del piè, che si trova addietro, e gli faccia fare il terzo passo, che viene ad essere il secondo Naturale. Ed il Fioretto in questi due modi si può fare sopra tutte le positure de' piedi. Ma qualora il Fioretto si vuol fare dallato, ovvero in giro, nel qual caso deesi cominciare dalla seconda positura, non si conviene, propiamente parlando, 61 dire Fioretto in Iscacciato, perciocchè nell'uno, nè nell'altro modo un piè non urta, nè scaccia l'altro, e più tofto viene ad essere un Fioretto in passo Sfuggito. Per esemplo, se si vuol fare dal lato dritto; messi i piedi, come è detto, sulla seconda positura, ed equilibrato il corpo sopra amenduni i piedi; si vogliono piegare i ginocchi più soavemente, che negli altri Fioretti, e nel tempo, che si rialzano, è di bisogno far passare il piè manco per dietro al dritto alla terza positura: e nel momento, che il piè manco tocca la terra, senza alcuno indugio far si convengono due passi Semplici dal lato dritto, il primo de' quali si faccia col piè destro alla seconda positura, ed il secondo col piè sinistro per innanzi al dritto alla terza positura. Se si volesse far un'altro Fioretto per lo medesimo lato, ovvero girando per esso, subito terminato il terzo passo; sarebbe di bisogno portare il piè dritto dallato alla 62 seconda positura, ed appresso fare il Fioretto in quella maniera, che si vorrebbe. Ed in questo caso il Fioretto sarebbe di quattro passi composto, e di cinque movimenti, i quali velocemente esser dovrebbono adoperati, affine di chiudergli in una sola misura di tempo. Ma comechè questo Fioretto di quattro passi siasi per me veduto usare ad alcune persone, tuttavia però io porto fermissima opinione, ch'egli non sia in alcun modo da usare nel ballo nobile.

Il Fioretto in Gittato è assai più laudevole, grazioso, e ben fatto, che non è il precedente. E' composto d'un Mezzo gittato, e di due Semplici passi. Cominciasi sopra tutte le positure de' piedi. Per esemplo volendol fare a lato sinistro con trovarsi i piedi sulla seconda positura, s'equilibri il corpo sopra il piè manco, toccandosi la terra colla punta dell' altro piede, col quale si faccia un Mezzo 63 gittato a sinistra sopra la quinta positura: ed appresso si facciano due passi Semplici dal medesimo lato sinistro, cioè il primo col piè sinistro alla seconda positura, ed il secondo col destro per innanzi al sinistro alla quinta positura: ed il corpo rimanga equilibrato sopra quel piede, che a partire non dovrà essere il primo. La battuta di questo passo si trova sulla cascata del Mezzo gittato.

64 CAPITOLO XIX.

Del Contrattempo.

A Doperasi il Contrattempo dall'uno, o dall' altro piede sopra ogni altra positura di piedi, che sulla prima. In qualunque modo, e sopra qualunque figura, che s'adoperi questo passo, contiene quattro movimenti: il primo de' quali si è il piegato, il secondo il rialzato col salto, il terzo, ed il quarto sono due semplici movimenti andanti. La misura di esso si trova a punto sulla cascata del salto, cioè nel fine del secondo movimento. L'esemplo del Contrattempo sia questo: volendosi fare innanzi dalla terza alla quarta positura col piè dritto dietro al sinistro, si vuole equilibrare il corpo sopra il sinistro, tenendosi il destro sulla punta: ed appresso si pieghino i ginocchi, 65 e si rialzino saltando, e si cada sopra il piè manco, levandosi il dritto in aria: e succedevolmente si facciano innanzi due passi Semplici, cioè il primo col piè dritto, ed il secondo col sinistro, amenduni alla quarta positura. E se si vuol fare il Contrattempo dal lato dritto sulla seconda positura; convien piegare i ginocchi, e rialzandogli saltare, e cadere sopra il piè destro, levando di terra il sinistro, la cui gamba si tenga distesa allato al piè destro: ed appresso si vogliono fare due passi Semplici, il primo de' quali col piè manco per sopra al dritto alla quinta positura, ed il secondo col piè destro alla seconda positura. Il Contrattempo, ed il Mezzo contrattempo, che quì421421. возможно опечатка в букве i appresso dichiareremo, sono que' passi, ne' quali, come per addietro dicemmo nel capitolo de' Movimenti, si debbono i salti sì leggiermente fare, acciocchè il grave, e sostenuto portamento della persona non si scomponga, 66 che deesi più tosto far sembianti di saltare, che veramente levarsi in aria.

CAPITOLO XX.

Del Mezzo contrattempo.

IL Mezzo contrattempo si può fare coll'uno, o coll'altro piede sopra tutte le cinque positure: ed avvegnachè s'adoperi in due differenti maniere; tuttavia ritiene sempre lo stesso nome. Contiene or due, ed or tre movimenti, secondochè viene messo in opera: perciocchè o si vorrà fare nel primo modo, cioè piegando i ginocchi, rialzandogli saltando, e 67 cadendo sopra un piede, tenendosi l'altro levato in aria; ed in questo caso conterrà due movimenti, cioè il piegato, ed il rialzato: o si vorrà fare nel secondo modo, cioè piegando i ginocchi, rialzandogli saltando, e cadendo sopra un sol piede, ed ultimamente facendo un passo Semplice col piè, che rimane in aria; ed avrà tre movimenti, cioè il piegato, il rialzato, e l' andante. La battuta del suo tempo si trova sulla cascata del salto, ove termina il secondo movimento. L'esemplo del Mezzo contrattempo a due movimenti sia questo: se si vuol fare sulla terza positura tenendo addietro il piè dritto, conviene primieramente equilibrare il corpo sul piè sinistro, col destro sulla punta: ed appreffo si vogliono piegare i ginocchi, e rialzandogli saltare, e cadere sopra il piè manco, levando il piè destro in aria. E l' esemplo del Mezzo contrattempo a tre movimenti col tenersi i piedi sulla medesima positura, 68 e modo, che s'è detto del precedente, sia quest'altro: s'equilibri in prima il corpo sopra il piè manco tenendosi addietro il dritto sulla punta; e quindi si pieghino i ginocchi, e si rialzino saltando, e cadendo sopra il piè sinistro, e col destro, il quale si trova in aria, si faccia un passo Semplice sopra quella positura, che la composizion della danza richiede.

CAPITOLO XXI.

Del Passo di Rigodone.

QUesto passo è composto d' un Contrattempo, e d'un passo Saltante 69 cascato sopra amenduni i piedi. Egli non si può far camminando innanzi, o addietro, a man destra, o sinistra, ma sì sul medesimo luogo, ove il corpo si trova, da cui non si dee uscir fuori. Si può anche adoperare, ma molto di rado, in giro, cioè girando un quarto, due quarti, e per fino ad un giro intero, siccome m'è venuto in acconcio d' osservare in diverse danze, e spezialmente nella Melania di Balon l'anno mille settecento tredici composta. Essendo esso composto de' due detti passi, viene a contenere sei movimenti, cioè quattro del Contrattempo, e due del passo Saltante, siccome ne' lor capitoli fu dimostro; e per la stessa ragione racchiude due tempi, la battuta del primo de' quali si trova sulla cascata del Contrattempo, e la battuta del secondo sulla cascata del salto a due piedi. Adoperasi d' ordinario nel tempo binario: e chi vuol sapere la maniera, colla quale si 70 pone in uso, ponga mente a questo esemplo. Situati i piedi sulla prima positura, ed il corpo nel primo equilibrio, il qual, come dicemmo, consiste nel tenere il suo peso sopra amendune le piante de' piedi, convien piegare i ginocchi, e rialzandogli saltare, e cadere sopra il piè dritto, levando dallato in aria il sinistro, il qual poi è da riporre a terra sulla prima positura, ed incontanente levato il piè dritto anche dal suo lato in aria, si riponga nello stesso modo sulla medesima positura; e questo si è il Contrattempo. Quindi bisogna ripiegare i ginocchi, e rialzandogli saltare, e cadere co' piedi parimente sulla prima positura: e questo è il passo Saltante, ove termina il passo di Rigodone.

E finalmente si vuole avvertire, che al fine del detto passo è di bisogno, che vada congiunto un passo Staccato, il quale, come a suo luogo farem vedere, non consiste in altro, che in islontanare, e staccare un piede 71 dall' altro per mandarlo giù a quella positura, donde il susseguente passo convien, che parta: purchè però partir non debba dalla prima positura, dove si diè termine al passo di Rigodone.

CAPITOLO XXII.

Del passo di Sissone.

IL passo di Sissone, il quale o si fa sul propio luogo,ove si trova il corpo, ovvero camminando avanti, addietro, ed in giro, si può cominciare sopra quattro positure di piedi, cioè sulla seconda, terza, quarta, e quinta, 72 delle quali la seconda abbisogna solamente per girare dall'uno, o dall'altro lato. E’ composto di quattro movimenti, de' quali il primo è un leggierissimo piegato, il secondo un soave rialzato col salto d'un piede cascato sopra amenduni sulla quinta positura, il terzo si è un'altro piegato ben basso, il qual si trova sempre sulla quinta positura, ed il quarto, ed ultimo si è un'altro rialzato col salto cascato sopra un sol piede. Per esemplo volendolo fare innanzi, e cominciarlo, e finirlo col piè diritto, equilibrato in prima il corpo sul piè sinistro col destro addietro sulla punta, si pieghino alquanto i ginocchi, e rialzandogli si faccia un leggierissimo salto col medesimo piè sinistro, mandando il piè destro innanzi, e facendogli fare dallato nel medesimo tempo del salto un mezzo cerchio in aria, acciocchè ambedue i piedi cadano nello stesso punto sulla quinta positura. Dopodichè si vogliono immediatamente 73 ben piegare i ginocchi, e rialzandogli si risalti, e sì ricada sopra il piè dritto, tenendo il sinistro in aria addietro, ovvero allato al destro, ed i ginocchi ben distesi.

Vale questo passo un tempo, la cui battuta, senz' altro esemplo, si trova per la somma agilità, e speditezza de i due primi, sul terzo movimento, cioè sul secondo piegato, dove fa di-mestieri fermarsi tanto, quanto bisogni di tempo da poter compiere col distendimento de' ginocchi, e col secondo salto, e cascata, la misura di questo passo.

74 CAPITOLO XXIII.

Del passo Unito.

IL passo Unito dall'uno, o dall'altro piede per lo più si comincia sopra la terza, quarta, e quinta positura, e d' ordinario si termina sulla prima, ed alcuna volta sulla terza. E' composto di due movimenti, il primo de' quali si è il piegato, ed il secondo il rialzato andante saltando con un piede, e cadendo sopra amenduni. La sua misura si trova sulla cascata del salto, dove termina il secondo movimento, ed ove si fa l'u nione di questo passo. L'esemplo sia questo: volendolo fare dalla quarta positura alla prima col piè dritto innanzi al sinistro, s'equilibri il corpo sopra il piè destro, ed appresso si pieghino i ginocchi, e mentrechè si rialzano, saltisi col piè dritto, ed il sinistro 75 si mandi innanzi descrivendo dallato un mezzo cerchio, e nella cascata del salto cadano amenduni nello stesso punto sulla prima positura.

Ordinariamente alla fine di questo passo va congiunto un passo Staccato, per poter prendere del seguente passo la positura, purche egli da quella, dove l'Unito passo finisce, non debba cominciare, perciocchè in tal caso il passo Staccato non servirebbe a nulla.

76 CAPITOLO XXIV.

Del passo di Gagliarda.

COminciasi questo passo dall'uno, o dall'altro piede sopra la terza, quarta, e quinta positura, e si termina sulla seconda. E' composto d' un passo Unito alla prima positura, e d'un'altro passo Naturale alla seconda. Perlaqualcosa è superfluo di recarne altro esemplo, potendosi osservare quello, che s' è addotto nel capitolo precedente, a cui è da aggiugnere un solo passo Naturale fatto dallato alla seconda positura da quel medesimo piede, con cui sarà per fare l'unione del detto passo. Onde il passo di Gagliarda viene a contenere tre movimenti, cioè il piegato, ed il rialzato saltando con un piede, e cadendo sopra amenduni del passo 77 Unito, ed il movimento andante del passo Naturale. Vale un tempo la cui battuta si trova sul secondo movimento, cioè sulla cascata del rialzato. E si descrive in questa maniera.

CAPITOLO XXV.

Del passo Grave.

QUesto passo, il quale un tempo di Courante era appellato, perciocchè serviva di principal passo ad una danza assai raguardevole così detta, la quale alle magnifiche feste 78 di ballo delle Corti sovrane dava cominciamento; il suo primiero nome perdette, e passo Grave cominciossi a chiamare; dapoichè il Minuetto nato da bassi natali, cioè tra' contadini d'Angiò, Provincia della Francia, sotto Luigi il Grande, levossi in tanta superbia, che fatto dare il bando alla detta danza, occupò il luogo di quella, e mandolla del tutto in disuso.

Cominciasi indifferentemente dall'uno, o dall'altro piede sopra tutte le cinque positure, e si termina d' ordinario, andandosi innanzi sulla quarta, e dall'uno, o dall'altro lato sulla seconda, e ritornando dalla seconda positura, termina sulla quinta. E'composto di tre movimenti. Il primo de' quali si è il piegato, il secondo il rialzato, ed il terzo si è l'andante, con cui si sdrucciola colla punta d'un piede soavemente per terra. Vale una misura,la cui battuta si trova sul secondo movimento, cioè nella fine del rialzato. 79 Per esemplo dovendosi col piè destro fare il passo Grave innanzi dalla quarta alla medesima positura; equilibrato primieramente il corpo sul piè sinistro, tenendo addietro il piè destro sulla punta, si pieghino i ginocchi, e nello stesso tempo si levi alquanto di terra il piè dritto, il qual venga colla noce a toccare il tallone del piè sinistro alla terza positura: ed appresso rialzandogli, si vuol portare il medesimo piè dritto per aria facendo un poco di giro alla seconda positura: ed ultimamente si mandi innanzi sdrucciolando colla punta del piede alla quarta positura. Se si volesse far questo passo innanzi dalla terza alla quarta positura, partendo col piè dritto, che si trova innanzi al sinistro, si converrebbe piegare, rialzare, e sdrucciolar camminando a linea diritta sulla quarta positura. Il medesimo è da fare anche dallato. Egli non deve adoperarsi addietro nel ballo nobile. E volendosi 80 fare in giro, non si vuol passare il quarto del circolo.

CAPITOLO XXVI.

Del Paso Bilanciato.

IL passo Bilanciato in qualunque modo fatto in niuna cosa dal Mezzo tronco è differente. Per la qual cagione non so a qual fine abbia d' avere un nome da quello 81 diverso. Immagino non pertanto, che verisimilmente abbia il nome di Bilanciato, sì perchè nel far questo passo s'adoperano due Mezzi tronchi, un da un piede, e l'altro dall'altro; e sì ancora perciocchè nel rialzare ciascuno de' Mezzi tronchi, si viene un poco ad inclinare sul fianco di quel ginocchio, che si distende, spezialmente quando si fanno dallato, per ove facendosi, gli si conviene veramente il nome di Bilanciato, perciocchè assomiglia molto alla figura, e movimento della bilancia; dove facendosi innanzi, addietro, o in giro,non gli s'appartiene questo nome, ma si deono più tosto appellare passi Mezzo tronchi.

Tutte le positure de' piedi, fuorchè la seconda, gli possono servire di cominciamento. Per esemplo volendolo fare dalla prima alla seconda, si pieghino i ginocchi portandosi il piè dritto alla seconda positura, e quindi rialzato, ed equilibrato 82 il corpo sopra lo stesso piè dritto, si levi il sinistro in aria, e si mandi giù a terra allato al dritto a quattro dita di distanza, tenendosi ben distesi i ginocchi. Dopodichè si ripieghino i ginocchi portandosi il piè sinistro alla seconda positura, ed appresso rialzandogli, s'equilibri il corpo sopra il medesimo piè sinistro, e si levi il piè dritto in aria. Ed ecco compiuti i due passi Mezzo tronchi, l'un dal piè destro, e l'altro dal sinistro, de' quali ognuno vale un tempo, come nel capitolo del passo Mezzo tronco dicemmo. Onde il passo Bilanciato contiene due misure, la battuta delle quali si trova sul movimento rialzato dell' uno, e dell' altro passo Mezzo troncho.

Il passo Bilanciato, non già come altri il prende, cioè fatto per ogni banda, ma rigorosamente preso, cioè fatto dallato, donde ha ricevuto un tal nome, ed in quella guisa, ch'è slato quì sopra descritto, comechè un tempo 83 stato sosse in uso; nulla però di meno, da che la danza nobile s'è ridotta a miglior perfezione, e che il buon gusto è arrivato al sommo, è divenuto un di que' passi, che sono andati per la sconcia lor veduta in disuso. E si descrive nella seguente maniera

CAPITOLO XXVII.

Del passo Cadente.

QUesto si può dire l'unico passo, nel quale il corpo dal suo naturale equilibrio esce fuori. Può solamente farsi dallato: e si comincia 84 con uno de' piedi in aria: e perciò nel cominciamento non ha positura, perciocchè, come dicemmo, la positura vuol amenduni i piedi appoggiati sopra la terra. Contiene due movimenti, il primo de' quali si è il piegato cadente giù basso, ed il secondo il rialzato, con cui si salta sopra un de' piedi. Per esemplo, volendosi far questo passo col piè sinistro dietro al destro, messosi il corpo nel quinto equilibrio sul piè dritto, ed il sinistro tenendosi in aria allato al destro in distanza della seconda positura; vada pian piano uscendo fuori del preso equilibrio, e secondochè s'anderà egli inclinando dal lato dritto, così il piè sinistro vada cadendo giù colla gamba distesa, e finalmente caduto che sarà dietro al piè dritto sulla quinta positura, si pieghino subitamente i ginocchi, e rialzandogli, si faccia col piè destro per innanzi un leggierissimo Mezzo gittato alla quarta positura, il 85 quale restituisca il corpo nel suo naturale equilibrio, e termini questo passo. Il suo valore si è d'un tempo, la cui battuta si trova sul movimento piegato del piè, che cade giù. E quantunque a prima vista sembri, che, compiendosi il tempo di questo passo sul movimento piegato, e che dovendosi al Mezzo gittato attribuire un tempo, l'intero passo Cadente debba adoperarsi nello spazio di due tempi; pur non dimeno se si considera, che il movimento piegato è comune alla cascata di questo passo, ed al Mezzo gittato, a cui, perchè già si trova consumato il primo movimento, altro non rimane, che il rialzato; si comprenderà molto bene, che questo passo debba contenere un solo tempo, la cui battuta, come è detto, si trova sul piegato movimento, e che il secondo movimento, cioè il rialzato del Mezzo gittato, deve servire di ripiempimento della detta misura, e di legamento, o passaggio, 86 che dir vogliamo, a' passi, che sieguono appresso.

CAPITOLO XXVIII.

Della Sdrucciolata.

LA Sdrucciolata, la quale può cominciarsi sulla terza, o sulla quinta positura, s'usa per lo più qualora comminar camminar si voglia a man dritta, o sinistra, e si può anche adoperare con uno, o due quarti di giro. E' composta di due passi Tronchi fatti dallato, i quali riempier dovendo un solo tempo, ne viene in conseguenza, 87 che ciascun di essi si debba fare due volte più velocemente d'un passo Tronco, il quale, come dicemmo al suo luogo, serba il valore d'una misura. E per la medesima ragione, contenendo ogni passo Tronco tre movimenti, la Sdrucciolata ne dee contener sei. Per esemplo, volendosi fare la Sdrucciolata a lato sinistro col piè dritto innanzi al manco sulla terza positura; si pieghino i ginocchi facendo un passo col piè sinistro alla seconda positura, e nel medesimo punto, che si rialzano, si dee subitamente sdrucciolare col piè dritto dietro al manco alla terza positura. Ed ecco il primo passo Tronco, ed una metà della Sdrucciolata. Quindi facciasi un' altro passo Tronco col piè sinistro, e si sdruccioli col dritto avanti al manco sulle medesime positure. E questo sarà il secondo passo Tronco, e l'altra metà della Sdrucciolata. La battuta del suo tempo si trova sul movimento rialzato del primo 88 Tronco, ed il rimanente del passo serve di riempimento di tempo per finattantochè arrivi la battuta del passo, che siegue appresso.

CAPITOLO XXIX.

Del passo Staccato.

TUtte le volte, che i piedi si trovano sopra alcuna positura, da cui non può cominciare il passo, che siegue appresso, è da ricorrere all' ajuto del passo Staccato, così detto, perciocchè stacca, o slontana un piede dalla positura, ove si trova, e lo 89 conduce sopra un altra: e per lo suo mezzo lasciato un de' piedi a terra, coll'altro si va a trovare la positura di quel cotal passo, che si ha a fare. Per esemplo, ritrovandosi i piedi sulla prima, o terza positura, e volendosi fare un Contrattempo dall' un de' lati, il quale, come è detto, non si può incominciare, che dalla seconda positura; in tal caso dovrà ricorrersi a questo passo Staccato, con cui si spicca, e si allontana un piede dalla positura, ove si trova, e si gitta sulla seconda per poter cominciare il Contrattempo. Perlaqualcosa questo passo, a cui non si attribuisce alcuna misura, od altra cosa, che a’ passi competa, serve di solo passaggio d'una positura in un' altra.

90 CAPITOLO XXX.

Del Giro della Gamba, del Battimento del Piede, e de' Movimenti del Ginocchio da' Franzesi detti Balonné.

IL Giro della gamba, il quale in altro non consiste, che in un mezzo cerchio, che essa da qualunque positura partendo, descrive in aria, o si fa unito ad alcun passo, per esemplo ad un Tronco, nel quale dopo d'essersi inalberato il corpo sopra un sol piede, coll' altro si fa un mezzo cerchio, ove termina il detto passo: ed in tal caso il Giro di gamba serve di legamento, o per meglio dire, per legiadro riempimento di misura, ed in alcuna cosa dal passo Semplice a mezzo cerchio non differisce. Ovvero 91 s'adopera tutto solo, e separatamente da ogn' altro passo: ed in questo caso non serve già di riempimento di tempo, ma sì vale una misura, ed in questo caso deesi sostener tanto in aria, infinochè l'empia, e la corra tutta.

Il Battimento del piede, è quel movimento, che si fa in aria da un piede avente la sua gamba distesa, od alquanto piegata, col quale movimento viene ad incrocicchiarsi dietro al tallone, e sopra il collo dell' altro, che si trova a terra appoggiato: ed appresso dopo aver fatti i detti movimenti, o rimansi in aria, ovvero s'appoggia sopra una delle cinque positure. Il piede si può battere una, o al più due volte, il qual numero non si vuol passare nel ballo nobile. Serve solamente di riempimento della misura d'un passo, e di legamento ad un altro. Per esemplo, volendosi fare per addietro un passo Tronco terminato co'battimenti del piede; il piè, che 92 terminar deve il detto passo, lasciata la quarta positura, venga ad incrocicchiarsi in aria sopra il collo del piede, sopra cui si trova inalberato, ed equilibrato il corpo, ed appresso passi a fare il medesimo dietro al tallone di quello, leggiermente toccandolo colla noce, e quindi vadasi ad appoggiare sopra la debita positura, donde debbono i susseguenti passi partire, e dove termina il passo Tronco sopra, e sotto battuto.

I due movimenti fatti da un ginocchio in aria, i quali i Franzesi appellano Balonné, in quella medesima maniera, che il passo Staccato serve solo di passaggio d' una positura in un' altra, servono di semplice passaggio d'uno in un' altro passo: e perciò non s' attribuisce loro alcuna misura, od altra cosa, che spetti a' passi. Per esemplo, volendo passare dal Mezzo contrattempo a due movimenti al passo Gittato; finito il Mezzo contrattempo coll' uno, o cull' altro 93 piede, la gamba, la quale rimane in aria, si pieghi per lo ginocchio, e nuovamente distesala si mandi giù alla positura del passo Gittato.

Capitolo XXXI.

Del Movimento delle Braccia.

DEttosi distesamente, e con quella chiarezza, che m'è stata possibile 94 di tutti i passi del ballo nobile, l'ordine, che infine dal principio di questo trattato prendemmo, del movimento delle braccia nel presente luogo mi strigne a dire. Il quale, secondochè io estimo, non è già parte del ballo men necessaria dell' altre. E perciò convenevole cosa è, che adoperandosi sopra di quella ogni studio, se ne dia una compiuta dimostrazione.

In due modi adunque molto tra loro diversi muovonsi le braccia nel ballo nobile, le quali però vengono in due differenti maniere dinominate, perocché o braccia ritonde si dicono, ovvero braccia di opposizione.

Per muoverle in quel modo, donde vengono dette braccia ritonde, è di bisogno prima d'ogn' altra cosa aprirle, e distenderle sopra i lati loro, tra' gomiti, ed i fianchi un palmo di distanza serbando, ed un poco più d'un palmo tra i fianchi, e le mani. Le quali si deono tenere 95 colle palme rivolte al mezzo di ciascun lato non del tutto serrando le dita, nè del tutto aprendole, che invero cosa non molto leggiadra sarebbe: ma sì nel mezzo di questi due modi. Quindi si vogliono piegare i gomiti portando ciascheduna mano davanti alla presenza del corpo in modo, che il concavo d'esse si trovi dirimpetto al mezzo d'ognuna delle tasche della giubba in distanza di cinque, o sei dita: e che le braccia per lo piegamento de' lor gomiti facciano un poco di circolo, ed appariscano ritonde dalle giunture delle spalle sino all' estremità delle mani. Ed appresso si deono soavemente far ritornare nel primiero lor sito, serbando nel muoverle le suddette determinate distanze, e terminando il loro movimento con un leggerissimo giro d'amenduni i polsi. Per bene imparare il movimento delle braccia ritonde è di bisogno esercitarsi del continuo a muoverle nella 96 divisata maniera, e secondo le mostrate distanze, sopra i passi Tronchi finiti collo sdrucciolamento del piede, o col mezzo cerchio, od a due tempi per innanzi, ovvero sopra i Contrattempi fatti dallato, o in giro, e sopra altri passi. Le braccia ritonde contengono due movimenti, de'quail primo s'adopera dalle braccia, qualora ritrovandosi nel primo lor sito, cioè sopra i lati loro, piegati i gomiti si conducono sino al mezzo delle tasche, ove termina questo primo movimento: ed il secondo, quando ritrovandosi le braccia, come è detto, sul mezzo delle tasche, ritornano nel loro primiero sito su i lati. Il movimento delle braccia ritonde ha il valore d'un tempo, la cui battuta si trova nella fine d'ogni primo movimento, cioè a punto nell' arrivare delle mani sul mezzo delle tasche: ed il secondo movimento serve di riempimento della detta misura, e di passaggio, o legamento a'movimenti delle 97 braccia, che sieguono appresso.

Il movimento delle braccia d'opposizione s'adoperi in quest' altro modo. Si trovino primieramene le braccia nel primo sito già mostrato nell' esemplo delle ritonde, ed appresso alzandosi un braccio, si porti innanzi nel medesimo tempo, che l'altro abbassandosi si dee aprire sul lato. Se si vuol dunque mandare innanzi il sinistro, ed aprire il destro dallato, conviene, piegando bene al di dentro il gomito del primo, portare il braccio innanzi, facendo un poco di giro, ed avvicinare la mano verso al mezzo del ventre in distanza di quattro, o di cinque dita in modo, che tutto il suo concavo sia rivolto verso la terra, e succedevolmente si faccia di giù in su un soave giro di polso. E nel medesimo tempo, che il braccio sinistro comincerà il suo movimento, il destro, il quale, come è detto, dee anche trovarsi sul primo sito delle braccia ritonde, 98 s' allontani lateralmente dal suo fianco colla palma della mano un poco addietro riguardante, ed appresso si faccia soavemente un giro di polso per innanzi nel medesimo tempo, che la man sinistra lo sa, come è detto, di giù in su. E quivi termina il movimento delle braccia d'opposizione. Or che si trovano le braccia in un altro sito dal primo diverso, se si volessero muovere col medesimo movimento, converrebbe col braccio destro far tutto quello, che finora col sinistro s'è adoperato, e col sinistro si vorrebbe fare il contrario, ritornando di su in giu colla mano in dentro sopra il suo lato, e terminando col giro di polso per innanzi. Ed in questa divisata maniera si possono far tanti di questi movimenti, quanti mai se ne vogliono. Adoperasi cotal movimento sul passo Grave, sul Fioretto, sul passo Mezzo tronco, e sopra altri passi, dove si conviene, per impararlo, esercitare. 99 Ed i quali, se si cominciano partendo col piè dritto, il sinistro braccio deve andare innanzi in su, ed il dritto dallato in giù: ed all' incontro, se si cominciano partendo col piè sinistro, è di bisogno, che vada innanzi in su il braccio dritto, e che per lo sinistro si faccia il contrario. E perciò questo movimento è detto d'opposizione. Le braccia d'opposizione contengono parimente due movimenti: il primo de' quali viene adoperato nel tempo, che un braccio dal suo primo sito giugne verso al mezzo del ventre, e che l'altro s'allontana dal suo lato: ed il secondo movimento consiste ne' giri di polso fatti da amendune le mani nel modo di sopra descritto. Il movimento delle braccia d'opposizione vale eziandio un tempo, la cui battuta si ritrova sulla fine del primo movimento, ed il secondo serve di riempimento dell' intera sua misura, e di legamento ai movimenti di 100 braccia, che sieguono appresso.

Ed ultimamente si vuole avvertire, che la medesima misura di tempo, la qual regola i movimenti de' piedi, regolar dee quelli delle braccia. Perlaqualcosa la battuta è loro comune, e tutto l'avvedimento consiste nel saper congiugnere i movimenti di quelli, e di queste in un medesimo istante.

CAPITOLO XXXII.

Della Riverenza.

COminciasi la Riverenza nel ballo nobile sulla prima, ovvero sulla terza positura, ed avvegnachè quì si dividano i Maestri di ballo, e da alcuni questa, da alcuni altri quella sia commendata, ed usata; pur nondimeno, per quanto io v'ho potuto su riflettere, e considerare, le ho trovate egualmente laudevoli, posto 101 che colui, che fa la Riverenza, si sappia sopra di quelle positure graziosamente, e con ogni leggiadria mantenere.

Or volendo il Cavaliere cominciar la sua Riverenza dall' una, o dall' altra di queste due positure, poichè egli avra scorto, che la Dama si trova in istato di far la sua, stacchi soavemente il piè destro, e mandilo sulla seconda positura. E quindi equilibrato il corpo sopra questo medesimo piede, faccia nell' istesso tempo due cose. L'una si è, ch'egli dee alzar di terra il tallone del piè sinistro, colla cui punta, piegando a poco a poco il ginocchio, sdruccioli soavemente per terra dietro al piè dritto alla terza positura, serbando quattro, o cinque dita di distanza tra la noce del sinistro, ed il tallone del destro piede: e l'altra si è, che nel tempo dell' alzata del tallone del piè sinistro, egli deve alzare il sinistro braccio, distendendolo 102 dal suo lato all' altezza della spalla, e nello stesso punto, che egli comincerà a sdrucciolare col piè sinistro, porti, piegando il gomito, la mano al cappello in modo, che tutto il braccio venga a formare un mezzo cerchio, ed appresso, senza punto chinar la testa, se 'l tolga via: ed aprendo poi, o distendendo il braccio, lo lasci cader giù dalla banda del suo lato, tenendo il di sopra del cappello rivolto innanzi. Si vuole oltre a questo ben a vvertire, che nel medesimo istante, ch' e' comincerà a sdrucciolare col piè sinistro, convien, che a poco cominci leggiadramente a piegare il corpo sulla cintura dalla parte dinanzi a proporzione, che il piè sinistro anderà sdrucciolando, acciocchè, finito, che avrà di sdrucciolare, e nel tempo che tutto il piede si troverà appoggiato sulla terza positura, si stia da lui facendo la parte più bassa del suo piegamento: sul quale deesi egli alquanto 103 fermare, tenendo il ginocchio destro ben disteso, ed il sinistro alquanto piegato in maniera, che questi si trovin congiunti, e la fronte dell' uno non isporga più in fuori della fronte dell' altro. Il che adempiuto, raddrizzi egli il suo corpo, e lo riponga nel suo naturale equilibrio: ed in ciò termina la prima Riverenza, ch'egli far dee agli spettatori del Ballo. Quindi faccia un passo Naturale col piè dritto alla quarta positura, ed un'altro col sinistro alla seconda, girando un quarto di giro al di dentro per la man manca: e nel medesimo modo, che sdrucciolò; col piè sinistro, sdruccioli ora col dritto dietro al manco alla terza positura, serbando tra l'uno, e l'altro piede la distanza detta di sopra, ed appresso faccia un' altro piegamento, e raddirizzato ch' e' si sarà, avrà terminata la seconda Riverenza fatta alla Dama, colla quale egli balla.

Nel modo detto di sopra si riponga 104 anche la Dama sulla prima, o sulla terza positura, tenendo le braccia distese giù per lo mezzo di ciascun lato. E quindi stacchi il piè sinistro, e lo conduca alla seconda positura, ed appresso sdruccioli col piè dritto dietro al sinistro alla terza positura, od alquanto meno, quando le riuscisse di maggior comodo. E ciò adoperato, faccia la sua Riverenza, piegando egualmente, e soavemente i ginocchi in fuori, e facendo ciascun d' essi alquanto andar dal suo lato: e quella terminata s'alzi, e si riponga nel suo naturale equilibrio, dove finisce la di lei Riverenza fatta agli aspettanti del ballo. Faccia ella appresso col piè sinistro un passo Naturale alla quarta positura, e poi ne faccia un'altro col piè dritto alla seconda, girando un quarto di giro al di dentro per la destra, acciocchè venga a porsi dinanzi al Cavaliere col quale balla: e sdrucciolato, che avrà col piè sinistro 105 dietro al destro alla terza positura, od alquanto meno, come è detto, gli faccia quella medesima Riverenza, che si è di sopra descritta. E quì termina la Riverenza fatta al Cavaliere, col quale balla.

CAPITOLO XXXIII.

Della Figura.

SEcondo l' ordine preso nel principio di questo trattato, seguita ora a dire dell'ultima parte principale del ballo nobile, che è la Figura, della quale convien, che si dica distintamente, e con quella chiarezza, che fia possibile. La Figura adunque nella danza altra cosa non è, che il cammino, che descrive colui, che balla, sul quale convien, che con arte descriva quei passi, che si convengono. Or questa Figura, ovvero questo commino fatto con arte si può sopra quattro linee ben 106 differenti adoperare. Le quali sono la retta, la diametrale, l'obliqua, e la circolare.

La linea retta si è quella, che cominciando dal principio d' una sala va direttamente, e senza piegare dall' uno, o dall' altro lato a terminare al suo fondo in modo, che sia parallela al muro destro, e sinistro di quella. Sopra la qual linea non solamente si può camminare andando innanzi, ma anche addietro.

La diametrale è quella, che trasversalmente da un lato della sala va verso l'altro, e la quale alle due altre mura è parallela, cioè a quello, che ci sta dinanzi alla presenza del corpo, ed a quell'altro, che si ritrova dietro le spalle.

La linea obliqua si è quella, che cominciando da un'angolo della sala va a terminare all'angolo opposto della medesima.

E la circolare è quella, che si figura in una stanza, o sala, così ritonda, 107 che da un punto, che si trova nel suo mezzo sino a qualunque parte di essa, vi ha un' eguale distanza. Nè solamente si deono appellare linea retta, diametrale, obliqua, e circolare, le quì sopra recate, ma eziandio tutte le lor parallele.

Dalle dette linee semplici, e dalla loro combinazione dirivano, e si compongono tutte le figure del ballo, le quali sono di numero infinite: e nel vero secondochè il corpo muta il suo sito ballando ( il che tratto tratto nel ballo interviene) le predette linee cambiano parimente il lor sito.

Or dagli andamenti, o cammini di color, che ballano sopra le dette linee semplici, o composte, vengono prodotte due spezie di Figure, le quali Regolari, ed Irregolari son volgarmente appellate.

La Figura Regolare si fa, qualora due ballatori formano i passi sopra 108 le descritte linee a piè contrario, cioè un cominciando i passi col piè dritto, l'atro col sinistro, l'un camminando a man dritta, l'altro a man manca, l'un girando per la dritta, l'altro per la sinistra: in somma un facendo il contrario dell'altro.

La Figura Irregolare all' incontro s'adopera, qualora due ballatori danzano sopra le dette linee col medesimo piede, cioè un cominciando i passi col piè dritto, e l'altro anche col dritto, l'un camminando a man manca, e l'altro a man manca, l'un girando per la destra, e l'altro parimente per la destra, ed ultimamente facendo amenduni, o sopra l'istessa, o sopra diverse figure, col medesimo piede gl'istessi passi.

Tutta la bellezza, e leggiadria delle Figure del ballo consiste in sapere unire, ed accordare bene le Regolari colle Irregolari in modo, che diano meraviglia insieme, e diletto alla vista degli aspettanti.

109 CAPITOLO XXXIV.

_Avvertimenti generali a coloro, che vogliono perfettamente imprendere il Ballo Nobile.

TUtte le scienze, e le arti, e generalmente le cose tutte, che si possono dall'umana mente sapere, imparar si possono dagli Uomini in due modi ben differenti. Primieramente per via di regole generali, ed invariabili, per le quali s'acquista il vero, e diritto saper delle cose, e per le quali agevolmente s'intendono, e si adoperano tutte le partico larità, che sotto le dette regole son contenute. Ed in secondo luogo per via d'esempli, e col voler sapere le particolarità delle cose: il qual modo è invero assai disettoso, 110 e mancante. Quindi accade, ch' essendo le regole di novero pochissime, ma che nello stesso tempo istruiscono, e rendono chiara la mente, ed aperta a comprendere, e porre in atto tutte le cose infinite sotto di esse raccolte, ed inchiuse; coloro, che sanno per la loro via, si possono dire, che sappiano compiutamente, e da maestri, e che in un tratto possono tutti gl' innumerabili esempli in esse compresi conoscere, ed operare. Ove per contrario coloro, che sanno le cose per via d' esempli, si può dir, che non sanno nulla, perciocchè essendo gli esempli di novero infiniti, e variando essi per ogni piccola circustanza, non possono già nell' angusta comprension della mente dell' Uomo422422. возможно llomo capire, e contenersi. Ed avvegnachè paja, che il saper per via d'esempli sia molto più agevole dello intender per via di regole, perchè veramente è assai più difficile d'imprendere 111 le regole della musica, che il mandarsi in memoria, udendola più volte, un' aria nel Teatro (il qual esemplo serva per tutti gli altri, che di ogni scienza, e di ogni arte si possono in mezzo produrre) tuttavia però se si riguarda a due sole cose, cioè al novero degli esempli, il quale essendo infinito, non si può dire veramente, che s'imprendan tosto, ma deesi affermare, che non si potrà mai finir d'apparargli, perchè invero contuttochè alcun vivesse più secoli, e che di giorno in giorno si mandasse in memoria nuove arie, e cantate di musica, pur ne gli resterebbero infinite altre da imparare, per le quali sapere vi vorrebbe una vita, che mai non finisse, ed in secondo luogo se si pone mente a' difetti, ed errori, dove offendono costoro, li quali, non avendo per le mani i principj, e le regole di quella cotal arte, i cui esempli si mandano in memoria, del continuo 112 corrono in fallo, senza che nemmeno se ne possano accorgere, ed avvertire; si dovrà fermamente dire, che non v'ha, nè vi può avere piò sicura, e più corta via da poter le cose sapere, che, lasciati da banda gli esempli, i quali sono proprj per gl'infingardi, ed ignoranti, s'imprendano le regole, i principj, ed i precetti generali delle Scienzie, e delle Arti, colli quali in un tratto s'intendono, e si pongono in opera tutti gli esempli, che sotto di lor vengono contenuti. E nel vero è molto meglio sapere le regole della Musica, senza tenere a mente una sola Cantata, che saper mille Cantate, senza aver le regole della Musica, perciocchè chi saprà la Musica, sarà abile a cantarne, non mille, o dumilia, ma sì bene infinite, e tutte quelle, che gli si presenteranno davanti a cantare.

Or quanto finora s'è detto nel presente capitolo si può di leggieri 113 applicare, e rivolgere al Ballo, ed a coloro, che sono vaghi di perfettamente impararlo. I quali deono porre tutto il loro studio alle regole, ed a' precetti generali di cotal arte, per li quali si quò ballare ogni presente, e futura danza; e per contrario deono schifare, e fuggire il sapere per la sola via degli esempli, cioè il voler imparare il ballo, non già cominciando dalle sue regole, ma volendo questa, o quell' altra danza adoperare, e porre in atto, per far sembianti d'essere stati in un tratto abili a sapere molto in pochissimo tempo. E da ciò poi ne nasce, che vi saranno di quelli, i quali si crederanno saper ballare molte danze, ed in verità non sapranno fare un sol passo; ladove se il tempo speso ad imprendere quelle danze imperfettamente, l'avesser voluto impie gare alle regole di sopra dimostre, non solamente sarebbono stati abili a poter ballare assai più danze, e più regolatamente di quelle, che 114 non sanno; ma eziandio non avrebbono male speso il loro tempo, e non sarebbono certamente rimasi fuor d'ogni loro credenza ingannati.

Coloro adunque, che vogliono f ar tutto il profitto nel ballo nobile, aprano gli occhi dell' intelletto, e non si lascino trasportare, anzi si ridano di quegli altri, li quali senza saper nulla, s'affrettano ad imparare un mescuglio di danze, di capriole, e di passi difficili, e credendo di fargli ottimamente, non fanno altro, che strapazzarsi inutilmente le gambe, e tutto il corpo, ed i quali quanto più s'affrettano, tanto più vanno errati: simili a coloro, i quali ritrovandosi in una ben folta, ed intralciata foresta, smarrito il dritto sentiero, quanto più corrono, ed affrettano il cammino per quella, tanto più s'allontanano dalla diritta via. Ma lasciato da banda il capriccio di costoro, seguano la seguente regola: pongano ogni studio, 115 ed ogni sollicitudine ad imprendere i passi di sopra spiegati, e sopra tutto badino a' lor movimenmenti, e misura di tempo: perciocciocchè quantunque i passi si possano fare sopra diverse positure di piedi, e sopra diverse figure; tuttavia però conservano constantemente i medesimi movimenti, e valore. E poichè sapranno far bene i detti passi, è di bisogno, che imparino a legargli, ed incatenargli assieme in varie guise, e maniere, or unendone due, or tre, or quattro, ed or cinque, e da mano in mano via più crescendo nel numero, ballandogli poco a poco sopra diverse figure, e sopra arie loro convenienti del tempo binario, e ternario. Ed allorchè saran pervenuti alla conoscenza di saper unire, e legare assieme molti de' detti passi, ravvisandone le debite positure, gl' equilibrj, i movimenti, ed il valor della misura, potranno liberamente inoltrarsi ad imprendere 116 qualunque danza, che si è trovata finora, e che si troverà, ed inventerà in appresso.

Questa si è adunque l'unica regola, che si vuole seguire, e questa veggiamo, che sieguono i valenti Maestri di ballo, i quali non sanno già questa, o quella danza, ma sì bene le regole da farle tutte, e le già trovate, e che mai si possano dall' umano ingegno inventare. E veggiamo tutto giorno intervenire, che venute di fuori dehe danze novellamente composte, per difficili, che si vogliano immaginare, non avendo esse altra cosa di nuovo, che le figure, le quali per se stesse son facilissime; da coloro, che hanno le dette regole per le mani, in brieve ora esattamente si ballano, perciocchè non hanno a far altro, che porre in opera sopra le dette danze l' istesse cose, che fanno.

117 TRATTATO DEL MINUETTO. ***

CAPITOLO I.

Del Minuetto, e delle parti, che lo compongono.

QUantunque potrei quì francamente affermare, che avendo io sposte le sette parti principali del ballo nobile, le quali infin dal cominciamento di quest' opera promisi di render 118 chiare, mi sia dalla presa fatica diliberato, e che oramai sia tempo di dare alla penna, ed alla mano riposo; pur nondimeno, il prender nuova lena, ed il fare un' altro Trattato apparte sul Minuetto, mi sembra per le ragioni, che seguiranno, sì necessario, che se il primo Trattato, di cui mi sono espedito, da questo secondo seguitato non fusse, convenevolmente assai difettoso, e mancante potrebbesi riputare.

Io mi sono del tutto persuaso, che chiunque saprà le positure de' piedi, gl' equilibri, ed i movimenti del corpo, e chi nel misurato tempo dell' armonia saprà formare, ed incatenare assieme i passi di sopra dimostri, e muovere le braccia così ritonde, che d'opposizione, ed ultimamente chi avrà l'intelligenza delle figure regolari, ed irregolari prodotte dalle quattro linee, cioè dalla retta, dalla diametrale, dall' obliqua, e dalla circolare; sarà non 119 solamente abile a ballare ogni danza, ma eziandio ad inventarne, e comporne da se medesimo delle altre: per la qual cagione io non sono in obbligo di trattare delle danze in particolare. Ma d'altra parte considerando, che il Minuetto sorto da bassi natali, cioè tra' Contadini d'Angiò, Provincia della Francia, i quali senz' alcuno artifizio, e quasi naturalmente lo ballano, e ridotto poi in miglior ordine, e vaghezza sotto Luiggi il Grande, abbia incontrato una tale felice sorte, che da vile, umile, e basso, ch' egli era, per tratto di tempo è divenuto così pomposo, che fattosi del tutto dimentico della sua infima condizione, oggidì ritiene, ed occupa il principal luogo tra la danza nobile: senzachè ha sortito un' altro maggior privilegio, il qual si è, che non si comincia ad imparare la danza nobile: se non da quello, e però si potrebbe appellare l'introduzione, o la porta della danza; ed oltracciò 120 non si dà cominciamento, se non dà esso alle grandi, e solenni feste di ballo: perciò ho dovuto onorarlo ancor io, e contradistinguerlo tra tutte l'altre danze, col far sopra di esso uno spezial Trattato, affine di renderlo, il più che fia possibile, chiaro, ed aperto, e per mostrare altrui il modo, e la maniera, che si convien tenere, per saperlo nobilmente, e leggiadramente ballare.

E per ordinatamente procedere alla dichiarazione del Minuetto, diremo intorno di esso cinque cose. Primieramente del Passo del Minuetto, delle sue principali mutazioni, e del modo presente di porlo in opera, così sulla linea obliqua, e circolare, che a man destra, e sinistra. Secondariamente diremo del Movimento delle braccia del Minuetto. Nel terzo luogo della Cadenza del Minuetto: non già ch'ella sia diversa da uno de' tempi descritti di sopra nel capitolo della Cadenza, ma 121 sì, perciocchè la Cadenza del Minuetto si batte per comodità di coloro, che lo ballano, in un altro modo ben differente dell' altre danze. Nel quarto luogo si dirà della Figura del Minuetto. E nel quinto, ed ultimo luogo diremo d'alcuni altri passi, ornamenti, o abbellimenti, che dir vogliamo, i quali posson rendere più vago, e leggiadro il Minuetto. Dove sarà terminato il suo Trattato.

CAPITOLO II.

Del passo del Minuetto.

IL Minuetto si è l'unica danza composta d'un solo passo rinnovato sopra la stessa figura: il quale, o s'adoperi dalla Dama, o dal Cavaliere, si comincia sempre col piè dritto, ove tutti gli altri passi del ballo nobile indifferentemente coll'uno, 122 o coll' altro piede si possono cominciare.

Il passo del Minuetto è stato sempre ne' tempi andati, ed anche di presente composto di quattro passi: ed avvegnachè da tempo in tempo avute abbia intorno a' suoi movimenti diverse mutazioni, tutta via io non intendo ridirle quì tutte; ma ne recherò tre sole, le quali, secondochè estimo, sono le principali.

Primieramente fu in uso il passo di Minuetto in franzese detto a la Boëmienne, che in toscano sarebbe lo stesso che dire alla Zingaresca, perciocchè questa parola franzese Boëmien, nel toscano idioma equivale alla voce Zingaro. Durò per lungo spazio di tempo: ed era composto d'un passo Mezzo tronco fatto col piè destro, d'un passo Sdrucciolo adoperato col piè sinistro, d'un altro passo Naturale del piè destro, ed ultimamente d'un altro passo Gittato 123 del piè sinistro, ove terminava l'intero passo di Minuetto, detto a la Boëmienne.

Succedè poi in secondo luogo il passo di Minuetto a Fioretto, il quale, perocchè era men bello del precedente, durò per assai poco tempo. Era composto d' un Mezzo tronco del piè destro, e d'un Fioretto fatto col piè sinistro.

Andati i descritti due passi in disuso, venne nel terzo, ed ultimo luogo il passo di Minuetto, che oggidì s'usa, il quale senz' alcuna contraddizione è assai più bello, e gentile degli altri due; e sono per affermare, che difficilmente i posteri ne saran per trovare un'altro più nobile, e ben fatto di esso. Il qual passo, perciocchè si fa in tre differenti maniere, cioè diversamente adoperandosi sulla linea obliqua per innanzi, e circolare, secondariamente andando a man dritta, e nel terzo luogo ritornando sulla sinistra; convenevole 124 cosa è, che partitamente, di lor trattando, si faccia parola.

Il passo adunque di Minuetto sull'obliqua per la banda dinanzi, e sulla linea circolare adoperisi in questo modo: facciasi primieramente un Mezzo tronco col piè dritto a poco meno della quarta positura, venendo la gamba sinistra per aria a distendersi allato la destra in distanza della metà della seconda positura; ove fattosi, col tenersi bassa la punta del piede, e quasi toccante la terra, un istantaneo fermamento, ripiegato alquanto il ginocchio destro, passi nel medesimo tempo il piè sinistro innanzi, facendo un leggierissimo passo Sdrucciolo ad un poco più della quarta positura; quindi si faccia col piè dritto un passo Naturale a poco men della quarta positura; ed ultimamente un Mezzo gittato col piè sinistro anche a poco meno della quarta positura, il quale si dee sì leggiermente fare, che quasi divenga 125 impercettibile, perciocchè quanto più sarà adoperato soavente, tanto più sarà per riuscire gradevole alla vista de' riguardanti.

Il passo di Minuetto, con cui si va a lato dritto, è da adoperarsi in quest' altro modo: facciasi primieramente un Mezzo tronco dallato col piè dritto alla seconda positura, il quale, poichè si sarà rialzato, portisi il piè sinistro colla punta bassa allato al destro, e si tengano ben distesi i ginocchi, e quindi ripiegatigli, si faccia col piè sinistro un passo Sdrucciolo dietro al destro alla terza positura: ed appresso rialzatigli, si facciano due passi Semplici, il primo de' quali col piè dritto alla seconda positura, ed il secondo col piè sinistro dietro al destro alla terza positura.

Il passo di Minuetto, con cui si ritorna sul lato sinistro, si pone in opera in quest' altra maniera: facciasi in prima un Mezzo tronco col piè destro per innanzi al sinistro dalla terza alla quinta positura, ovvero col piè destro dietro al sinistro dalla 126 terza alla terza positura, o finalmente nel luogo del Mezzo tronco si sostituisca un passo Piegato, e Rialzato sulla terza positura: in secondo luogo si faccia col piè sinistro avente la gamba distesa, e la punta bassa, e piegando insensibilmente il dritto ginocchio, un passo ad un poco più della seconda positura: succeda poi a questo un passo Semplice del piè destro dietro al manco alla terza positura: e nel quarto luogo s' adoperi col piè sinistro un leggierissimo Mezzo gittato alla seconda positura.

Ciascun di questi tre dichiarati passi di Minuetto è composto di sei movimenti, il primo de' quali si è il piegato d'amenduni i ginocchi, camminando col piè destro, il secondo il rilazato sopra lo stesso piede, sul quale si trova la battuta dell' aria del Minuetto, come appresso nel capitolo 127 della sua Cadenza dimostreremo, il terzo movimento si è il piegato del dritto ginocchio, sdrucciolando col piè sinistro, il quarto il rialzato sul medesimo piè sinistro, il quinto si è un movimento andante fatto con un passo Naturale dal piè dritto, ed il sesto, ed ultimo è un altro movimento andante fatto dal piè sinistro in un Mezzo gittato. Il quale, avvegnacchè, come di sopra dicemmo, contenga due movimenti, cioè il piegato, e l'andante col salto, pur nondimeno per la somma leggierezza, con cui si dee adoperare, rendendosi il piegamento, ed il salto impercettibile, non gli rimane altro movimento visibile, che l'andante, e per la medesima ragione non gli si dee, che un solo movimento, attribuire.

La più bella, e leggiadra maniera da far questo passo, è di rialzare il secondo movimento del Mezzo tronco sulla punta del piè dritto, alzando 128 alquanto il tallone di terra, e nel ripiegare del dritto ginocchio, appoggiare leggiermente il tallone sulla terra: camminare appresso il secondo, ed il terzo passo sopra la punta del piede: ed il quarto passo, il quale come è detto è un Mezzo gittato è da farsi leggiermente cader sulla punta; e ripiegando incontanente dopo l'ultimo de' quattro passi, che formano quello del Minuetto, il ginocchio dritto, convien leggiermente appoggiare a terra il tallone del piè sinistro, ed appresso adoperare gli altri passi di Minuetto, che far si convengono. Ma perciocchè vi sono alcuni, i quali per la loro naturale disposizione, e perchè hanno troppo alto il collo del piede, se non con estrema difficoltà non possono rialzar sulla punta; ed alcuni altri per contrario, i quali, perchè hanno il collo del piede assai basso, ed i ginocchi troppo robusti, e quasi inflessibili, appoggiar 129 non possono il tallone sopra la terra; perciò son da avvertire i primi a rialzare leggierissimamente, ed in modo, che i talloni non facciano alcun romore, ed i secondi, ad appoggiare tutta la pianta del piè sulla terra, acciocchè così facendo, vengano un poco ad alzar di terra il tallone. Senzachè a questi naturali difetti dee rimediare, e supplire l'abilità del Maestro di ballo, il quale ha obbligo spezialissimo di ammendare, e coprire, il meglio, che si possa, le mancanze della natura coll' arte, adattando agli Scolari que' passi, e quelle distanze di positure de' piedi, che le loro disposizioni, o naturali costituzioni, patiscono, acciocchè possano, in niuna cosa cedendo agli altri, a' quali la natura è stata liberale de' doni suoi, ottimamente ballare.

130 CAPITOLO III.

Del Movimento delle Braccia del Minuetto.

IN quella stessa guisa, che da tempo in tempo s'andaron mutando i movimenti del passo del Minuetto, si sono ancora in tre differenti maniere cambiati i movimenti delle sue braccia.

Primieramente, tenendosi alte, si muovevano in due tempi, in un de' quali si piegavano per lo gomito, e nell' altro si distendevano.

Secondariamente, tenendosi le braccia alquanto più basse, si faceva questo movimento in tre tempi: nel primo de' quali si bassavano in modo, che le mani giugnessero sino alla parte delle tasche della giubba a' lati più vicina: nel secondo tempo, piegando i gomiti, si rialzavano 131 le braccia: e finalmente nel terzo tempo ritornavano nel loro primiero sito, ove, rivoltesi alquanto le palme delle mani alla banda dinanzi, a questo movimento si dava fine.

La terza maniera di muover le braccia si è quella, che oggidì s'usa, la quale è parimente a tre tempi, e che invero è di gran lunga più nobile, e graziosa delle altre due di sopra descritte, e si adopera nel modo, che siegue: si distendano in prima liberamente, e senza fare alcuna forza, le braccia allato agli angoli delle tasche più vicini alle pieghe della giubba, tenendosi le mani colle palme non del tutto serrate, nè aperte, ma sì nel mezzo di questi modi, rivolte verso la giubba. Nello stesso tempo poi, che si piegano i ginocchi, per incominciare il passo del Minuetto, sono da portare soavemente le braccia per sopra l'una, e l'altra banda dinanzi della giubba, e quasi a fior 132 d' essa, insino al mezzo delle sue tasche: e questo si faccia nel primo tempo. Nel medesimo tempo poi, che il piè diritto rialza il Mezzo tronco, si vogliono, piegando insensibilmente i gomiti, alzar le braccia in modo, che ciascuna mano si venga due sole dita ad allontare dalla giubba: e ciò si faccia nel secondo tempo. E nello spazio, che si fanno i tre altri passi, i quali compiono il passo del Minuetto, fa di bisogno, movendole colle medesime distanze, farle anche soavemente tornare nel primo lor sito: e questo si faccia nel terzo tempo, ove termina il movimento delle braccia del Minuetto, la cui battuta si trova a punto sul principio del secondo tempo. Avvertasi finalmente, che questi tre movimenti in tre tempi fatti, si deono adoperare, senza fermarsi, o ristare in alcuno di essi, immediate l'un dopo l'altro: e la lor bellezza consiste nel sapergli legare assieme in maniera, 133 che facendogli l'uno all' altro succedere, riempiano unitamente un passo, ed una misura dell' aria del Minuetto.

CAPITOLO IV.

Della Cadenza del Minuetto.

CRederà forse taluno, leggendo questo folo titolo, Della Cadenza del Minuetto, ch'io resomi dimentico affatto di quello, che si è detto di sopra nel capitolo della Cadenza, sia nel presente luogo a ragionare di qualche altro tempo dal binario, o dal ternario diverso: ma se mai precipitosamente, prima del debito tempo, così fattamente opinar volesse, senza alcun fallo si troverebbe assai lontano dal vero, e forte della sua estimazione ingannato. E nel vero, quanto di sopra è detto, costantemente confermo, e sono 134 sempre per confermare: ma sì solamente dico, che l'aria del Minuetto, la qual è di tempo ternario, dee essere, per le ragioni, che seguiranno, diversamente dall' altre arie, battuta, come or ora farem vedere.

Il passo del Minuetto, il quale, come dicemmo, inchiude sei movimenti, cioè il piegato andante del piè destro, l'elevato del medesimo piede, il piegato del diritto ginocchio, sdrucciolando col piè sinistro, l'elevato sopra il medesimo piè sinistro, il movimento andante del piè diritto, el'altro andante del piè sinistro, contiene due misure di tempo. Ora perchè ogni passo del ballo dee essere racchiuso in una sola misura, acciocchè venga meglio regolato dall' orecchio, ed i suoi movimenti vadano esattamente in cadenza; il passo del Minuetto, il quale contiene entro di se quattro passi da sei movimenti composti, per esser 135 bene, e con tutta l'esattezza ballato, è di bisogno, che ambedue le misure, che esso contiene, non siano battute, perciocchè agevolmente confonder potrebbono la mente di colui, che ball: ma sì conviene, che se ne batta una sola, e che l' altra rimanga in aria. Per la qual cagione, avvegnachè il tempo ternario, o tripola, che dir vogliamo, del Minuetto, batter si potesse in questo modo, cioè facendo trovare la prima battuta sul secondo movimento di questo passo, e la seconda sul quarto; pur nondimeno, per non confondere coloro, che ballano, o fargli torre in iscambio una per un altra misura, si dee solamente battere la prima, la qual si trova sempre sul secondo movimento, cioè sul rialzato del piè destro, e l'altra battuta rimanga in aria; ed in tal guisa si vuol continuare negli altri passi del Minuetto a battere la sola prima misura, la qual costantemente si trova sul 136 secondo movimento di ciascun passo del Minuetto. Ed i Maestri di ballo devono nella sposta maniera a' loro Scolari impararlo, perciocchè, così facendo, ogn' uno de' detti passi conterrà un solo tempo, e si renderà agevolissimo ad esser ballato in cadenza; dove farebbe per riuscire difficilissimo, se batter si volesse l'una, e l'altra misura.

CAPITOLO V.

Della Figura del Minuetto.

SEcondo l' ordine preso dal principio di questo Trattato, seguita nel quarto luogo a dire della Figura del Minuetto. La quale, comechè un tempo stata fosse questa
Ƨ, di presente ha preso la forma d'un Z, la quale senza alcun dubbio è più laudevole della prima, perciocchè coloro, che ballano sopra 137 questa seconda, vengono del continuo a trovarsi l'un dirimpetto all' altro, ed in conseguenza possono assai meglio figurare: nel che consiste una delle maggiori, e più visibili perfezioni della danza.

Per descrivere adunque, ballando, la Figura del Minuetto, prima d' ogn' altra cosa, convien, che la Dama, ed il Cavaliere, poichè avranno compiute le loro riverenze, delle quali sufficientemente dicemmo di sopra, si diano la mano, e facciano assieme per innanzi un passo di Minuetto: e quindi, fatti che avrà la Dama intorno al Cavaliere due passi di Minuetto, e che questi ne avrà nell istesso tempo fatti in giro altri due, camminando addietro, e formando un mezzo cerchio per la destra, lascino la mano, e si mettano sul principio della linea diametrale del Z, cioè la Dama verso quel luogo, dove cominciaronsi le riverenze, ed il Cavaliere full'opposita 138 diametrale. Incominciasi poi la Figura, facendosi due passi di Minuetto a lato dritto sulla linea diametrale, alquanto partecipante dell' obliqua, contraria all' obliqua della Figura del Minuetto. Facciano appresso due altri passi a man sinistra, co' quali ritornino sul principio della già scorsa diametrale, donde partirono. Quindi, messisi sull' obliqua della detta Figura, facciano per innanzi, passando l'un per la destra dell' altro, e presentandosi alquanto, nel passare, vicendevolmente la presenza del corpo, due altri passi di Minuetto; nel secondo de' quali, facendosi il Mezzo gittato, si adoperi un quarto di giro dalla obliqua della Figura del Minuetto alla sua obliqua contraria. Si facciano poi nuovamente i due passi a lato destro, al primo de' quali si dia principio con un Mezzo tronco fatto con un quarto, e mezzo di giro per la banda di dentro, e quindi ritornando sul lato sinistro, 139 si facciano due altri passi di Minuetto, nella maniera di sopra dimostra. E quì si dà termine all'intera Figura del Z.423423. в тексте зачем-то дописана карандашом ещё одна Z

Or sopra ciascheduna linea della descritta Figura seguitino, per finattanto, che piacerà loro, a far due de' nomati passi, non già perchè vi sia alcun obbligo di serbare questo prefisso numero, ma sì bene, per meglio figurare: nel che, come di sopra è detto, consiste una delle maggiori, e più visibili perfezioni della danza.424424. в конце этого абзаца было написано слово карандашом, которое потом стёрто

S'avverta però bene, che quantunque dipenda dall' arbitrio della Dama, e del Cavaliere il ballare poco, o assai tempo sulla Figura del Minuetto; pur nondimeno bisogna rimanersi d'offendere nell' uno, o nell' altro di queste due estremità, le quali sono egualmente da biasimare. Ed acciocchè non s' incorra in alcuno di questi difetti, la migliore, e più sicura regola, che convien seguire, si è: 140 che, dopo aversi la Dama, ed il Cavaliere lasciata la mano, facciano su per la mostrata Figura tre interi passaggi: i quali compiuti, ritrovandosi amenduni sull' estremità dell' obliqua, facciano sopra di essa per innanzi un passo di Minuetto; e nel medesimo tempo, che lo cominceranno, convien, che alzino dalla banda dinanzi, quasi all' alterzza della spalla, il braccio destro, e piegatolo soavemente per lo gomito al di dentro, tra il petto, e la mano un palmo di distanza serbando (il qual atto si fa in segno di baciamano) e distese poi per essi leggiermente le braccia nel tempo istesso, che sarà terminato il detto passo, si diano lateralmente la mano, e facciano assieme due passi di Minuetto in un giro intero, cioè descrivendo mezzo cerchio per ciascheduno. Quindi, terminati, che avranno i detti due passi, lascino la mano, e facciano, andando alquanto al di dietro, 141 uno due passi di Minuetto, secondo la capacità della stanza, ove si balla, sulla linea diametrale. Facciano appresso sull obliqua contraria a quella della Figura del Z un passo dalla banda dinanzi, e nel medesimo tempo, che si richiede per adoperarlo, facciano col braccio, e cola mano sinisira tutto ciò, che fecero per addietro col braccio, e colla man desira: e datisi nuovamente la mano, facciano nel modo detto di sopra due altri passi di Minuetto in un altro giro. Si ripongano appresso sopra la Iinea diametrale, e facciano un passaggio, e mezzo, o al più due sopra, la stessa Figura del Z, e nel ritrovarsi full' estremità dell' obliqua, facciano per innanzi un altro passo di Minuetto, nell' incominciamento del quale alzino, non già uno, ma amendune le braccia, e fatti, che avranno nel modo divisato di sopra, i medesimi movimenti anche in segno di baciamano, si 142 porgano vicendevolmente l'una, e l'altra mano; e se il Cavaliere, il quale dee essere il conduttor della Dama, si troverà sull' obliqua dalla banda, che s' incominciò il Minuetto, dovrà con esso lei descrivere un giro intero; dove se si troverà sulla parte contraria dell' obliqua, non dovrà fare, che un mezzo giro, e condottala sul medesimo luogo, dond'ella si partì nel principio del Minuetto, si lascino le mani, e ripostosi anche il Cavaliere nel suo primiero luogo, facciano parimente la solita riverenza.

143 CAPITOLO VI.

D'alcuni altri passi, ed ornamenti, co' quali' si può rendere più leggiadro il Minuetto.

QUantrunque paja a prima vista, ch' essendo il Minuetto, come di sopra dicemmo, composto d'un solo passo rinnovato sopra la stessa figura, si possa agevolmente, e con assai meno difficoltà dell'altre danze, imparare: pur nondimeno, se si considera, ch'egli per piacere agli spettatori, dee esser accompagnato dal grazioso, e niente affettato portamento del corpo, da un passo facile, e soave, il quale non abbia alcuna affettazione, o durezza, da una giusta positura di piedi, secondo le misure di sopra dimostre, 144 dal bello, e leggiadro movimento delle braccia, da una speziale attenzione a ben figurare, ed ultimamente da un orecchio ben dilicato a seguitar la cadenza; si dovrà fermamente dire, che il Minuetto non sia tanto agevole, com' altri crede, ad esser bene, ed ottimamente ballato. Ed io porto fermissima opinione, che anche concesso, che il Minuetto sia facile ad esser ballato, è nondimeno difficilissimo più, che ogn'altra danza, a piacere agli spettatori; perciocchè essendo egli composto, come è detto, d'un solo passo rinnovato sulla stessa agevolissima figura; vengono i Circostanti a vedere la medesima cosa, e perciò in breve spazio di tempo, riguardando essi il Minuetto, possono esser dal rincrescimento assaliti, ed in piccola ora si possono tediare: a differenza dell'altre danze, nelle quali essendovi copia di passi, e figure, veggono del continuo cose nuove, e perciò difficilmente vi si 145 possono annojare. E da ciò nasce, che il Minuetto, come dissi, quantunque più facile dell' altre danze a ballare, si rende più malagevole a piacere agli spettatori: e che per conseguire il fine di rendersi a quelli gradevole, uopo è, che sia accompagnato dalle perfezioni di sopra recate. Il Minuetto, comeche ballato con proprietà, e col suo solo passo, sia laudevole, ed incontri l'altrui piacere; tuttavia può essere anche ornato da alcuni altri passi conformi alla sua misura, e figura, cioè che non oltrapassano il suo valore di tempo, e che non guastano, nè contraffanno la figura del Z. Si può adunque, terminato il primo passo di Minuetto sulla linea diametrale a man destra, invece del secondo, fare per la banda dinanzi un passo Grave col piè diritto, ed un Mezzo gittato col sinistro alla quinta positura. Il quale poichè sarà terminato, 146 voglionsi incontinente ben piegare i ginocchi (donde incominciano i passi sulla diametrale a man manca) ed appresso rialzatigli, si dee seguitare il passo di Minuetto col piè sinistro, e finire nel modo detto di sopra. Si possono eziandio, mentre si fa il passo Grave, alzare un poco più le braccia; e chinato alquanto il capo verso la destra, si potrà gittare lo sguardo alla punta di quel piede, con cui si fa questo passo, e riguardatala per infino alla metà delsuo cammino, è da riporre il capo nel suo naturale equilibrio. Avvertasi nondimeno, che se colui, che fare intende questo piegamento di testa, non si confidasse, adoperandolo, di mostrarvi una grazia naturalissima, e niente affettata, sarebbe meglio astenersene. Si possono anche fare, in porgendo la man sinistra, in vece del passo di Minuetto, il Grave, ed il Mezzo 147 gittato. Il quale poichè sarà terminato, si dee al solito, camminando, e dando la mano, seguire il passo di Minuetto: e dopo che si sarà quella lasciata, nel mentre si faranno a lato destro, secondo I'ampiezza di quel luogo, ove si balla, uno, o due passi di Minuetto, si potrà nuovamente chinare il capo nella divisata maniera. Quì si vuole avvertire, che il passo Grave, ed il Mezzo gittato far non si possono, quando è da porgere la man destra, perciocchè la positura de' piedi, ove il Cavaliere si trova, non è adatta à potergli fare: tanto maggiormente, che la Dama, non seguendo forse questa regola, o quantità di passi, può prevenirlo, porgendogli la mano (la quale non è lecito in niun modo rifiutare) e con ciò non gli darà tempo da prendere la positura richesta a poter incominciare il Grave, od altro passo, fuor quello del Minuetto. 148 E però la via più sicura, che bisogna tenere, si è, che qualora è da porgere la man destra, si faccia il solito passo del Minuetto.

Si possono parimente fare, in luogo dal secondo passo di Minuetto a man destra, due Mezzo tronchi, il primo col piè destro per innanzi alla quarta positura, approssimando senza alcuno indugio il piè sinistro dietro al destro alla terza positura, e tenendolo in aria, ovvero sopra la punta: ed il secondo Mezzo tronco col piè sinistro, ritornando addietro alla quarta positura; dopo del quale, bisogna subitamente alzare il piè destro, e ricominciare il passo di Minuetto.

Avvi ancora degli altri passi adatti alla Dama, ed al Cavaliere, co’ quali si può rendere adorno il Minuetto, ed i quali conoscono i buoni Maestri di ballo. Ed all' incontro ve ne ha degli altri assai, del qual numero sono i passi Saltanti 149 semplici, o capriolati, i passi raddoppiati, che si fanno velocemente, ed i passi, che girano più d'un quarto di giro, i quali generalmente son da schifare, come quelli, che scompongono la persona, e contraffanno la figura del Minuetto.

Ed ultimamente è da avvertire, che i passi, o piegamenti di testa, co' quali si può rendere il Minuetto più adorno, non si deono troppo allo spesso fare, perciocchè di leggieri partorir potrebbono affettazione, e muterebbongli la figura. Per la qual cagione nell intero suo decorso far si potranno, una, due, o al più tre volte, e gli saran per aggiugnere somma grazia, e legiadria: dove il trapassare questo numero sarebbe lo stesso, che voler incorrere nel grave difetto di coloro, che sono più vaghi degli ornamenti, che della sustanza delle cose.

150 DELLA CONTRADANZA.

DEttosi fufficientemente425425. опечатка. должно быть sufficientemente del Minuetto, e delle maniere, colle quali si può nobilmente ballare; convien, che di passaggio si faccia anche parola della Contradanza, giacchè da qualche tempo a questa parte, non già perchè lo meriti, ma più tosto per vedersi in moto un gran numero di persone, ed affine di ravvisar l'ordine nella confusione, e nella mischia, ha messo il piè tra le danze nobili.

La Contradanza si può fare, o con determinato numero di Dame, e di Cavalieri, ovvero indeterminato, cioè di quante, e quanti mai ne possono entro quella stanza, ove si balla, capire.

151 La Contradanza di numero diterminato, cioè di quattro, d' otto, o al più di dodici persone, è composta di figure, e di passi regolati, fatti sopra alcune arie agevoli, e corte. Vuol essere solamente ballata da quelle Dame, e da que' Cavalieri, che sanno le regole del ballo nobile, o almeno quei soli passi, i quali deono entrar nella Contradanza. Ed affine di evitare ogni confusione, fa di mestiere, prima d'esporsi agli occhi del pubblico, o separatamente, ovvero uniti assieme, impararla, perciocchè così facendo, non potranno, se non piacere agli spettatori del ballo.

La Contradanza di numero indeterminato, cioè d'altretante Dame, e Cavalieri messi a fila sopra due linee, quanti ne comporta l'ampiezza di quel luogo, dove si balla, è composta di sole regolate figure, e di passi non regolati. Vuol essere parimente ballata da coloro, che sanno 152 la danza nobile, o almeno quei soli passi, che vi bisognano, cioè, il Fioretto, il Mezzo tronco, il Tronco, il Mezzo contrattempo, il Contrattempo, il Saltante, il passo di Rigodone, lo Scacciato, e l'Unito. Si potrebbe anche tra questi annoverare un antichissimo passo detto Zoppetto, il quale altro non è, che un passo Tronco, dopo il cui movimento rialzato, si leva in aria il piè, che lo termina, ed appresso, appoggiandolo a terra, bisogna lasciarvisi leggiermente su cadere, e ripiegare incontinente i ginocchi, per incominciare un altro Tronco. Quantunque però questo passo siasi per me veduto, e tutto giorno si vegga usare ad alcune persone di distinzione, pur nondimeno io non sarei per consigliare alcuno a servirsene. Ora con questi passi si può ballare la Contradanza assai regolatamente, per quello, che s'attiene alle figure, ed alla cadenza, non già a' 153 movimenti de' passi. E contuttochè sia cosa impossibile, il potersi color, che ballano, incontrare, facendo gli stessi passi, quando questi non siano regolati, e stabiliti sulle figure; tuttavia valendo ogni passo, come di sopra dicemmo, una misura d'armonia, eglino, perfettamente riempiranno, con diversi movimenti, così la cadenza, che la regolata figura.

Tra tutte le Contradanze di numero indeterminato, le più regolate, e che piacciono più dell' altre, sono quelle, ove entra il solo passo di Minuetto, le quali vogliono esser ballate da coloro, che sanno ballare il Minuetto in cadenza. La loro regola, ed il diletto, che danno altrui, procedono dall' esser quelle danzate sopra alcune arie, dalle quali si può in un tratto comprendere, quanti passi di Minuetto in ciascheduna figura si possono contenere.

Or da quello, che finora è detto, apertamente si scorge, che coloro, 154 i quali non sanno la danza nobile, o almeno que' soli passi, che nelle Contradanze abbisognano, non le potranno in alcun modo ballare. Nè varrà il dire, che, que' tali, che non hanno della danza, o de' richesti passi notizia, basta solo, che siano sulle dette linee tra quelli fraposti, che sanno ottimamente ballare; perciocchè, non sapendo essi con esattezza fare un solo passo, ed in conseguenza venendosi le già regolate, o stabilite figure a descrivere, prima, o dopo il debito tempo, per necessità vi dovrà nascere un continuo sconcerto, ed una vergognosissima confusione.

La poca fatica, che si dura nel comporre le figure delle Contradanze, fa sì, che ognuno, o bene, o male, e secondo la propia sufficienza, ne vada tutto giorno a suo modo inventando delle nuove: donde procede l'infinito numero, che se ne trova; in guisa che alle volte interviene, che vi 155 saranno delle Contradanze ignote a tutti, suor solamente a coloro, che le introducono. Sopra di che, è da dare questo avviso, che non è cosa ben fatta, il voler nelle conversazioni, e tanto meno ne' solenni Festini, imparare estemporaneamente alcuna di queste nuove Contradanze: ma si conviene innanzi tratto appararle almeno a due Dame, ed a due Cavalieri, che a cominciarle dovranno essere i primi, acciocchè gli altri, udite prima l'arie di quelle, e ravvisatene le figure, le possano convenevolmente ballare.

156 DELLE RIVERENZE FUOR DELLA DANZA.

QUantunque il far motto delle Riverenze fuor della danza paja cosa, alla proposta materia, di cui mi sono diliberato, poco appartenente; pur nondimeno, considerando quanto sian esse nella società civile, e nell' usar necessarie, mi piace (quando altri non fuffer contenti di veder questo capitolo disgiunto dal Trattato del Ballo Nobile ) anzi d'espormi alla lor giusta, ovvero ingiu sta censura, che tralasciar cosa, da cui possono spezialmente le Dame, ed i Cavalieri, in serviggio de' quali a sì fatta fatica messo mi sono, alcun profitto ritrarre. Le Riverenze adunque fuor della danza, avvegnachè 157 anzi procedano dal buon gusto di chi le fa, dal conversare, e dall' aver imparato a ballare, che da particolari precetti; tuttavia vi sono anche alcune regole generali, e costanti, per le quali si possono esattamente, e con tutta la grazia adoperare. Si riducon queste al solo numero di quattro, cioè al riverire camminando innanzi, addietro,a man destra, e sinistra, ed a piè fermo.

Or volendo il Cavaliere salutare alcuno nel primo modo, mandi, ovvero sdruccioli (secondo l'opportunità di quel luogo, ove si dimora) un piè per innanzi, e tenendo il cappello colla man sinistra, chini il corpo, o poco, o assai, secondo il merito della persona, che riverisce, la quale riguardi egli un pochetto, ma graziosamente, nel viso. E volendo nuovamente risalutarla; poichè avrà fatti alquanti passi dalla banda dinanzi, torni, nel divisato modo, a fare la Riverenza.

158 Le Riverenze, che sono da fare, camminando addietro, servono ordinariamente nel prendere, che alcun fa, congedo da un altro, da cui si vuol dipartire. Si fanno queste in quel numero, che si conviene, chinando il corpo, e portando, o leggiermente sdrucciolando, un piè dopo l'altro per finattanto, che sia lecito di sottrarre lo sguardo della persona, che egli saluta.

Le Riverenze, che si vogliono fare dall' uno, e dall' altro lato, sono invero le più difficili. Servono ne' luoghi, dove vi ha gran copia di persone, e ne' quali v'è obbligo di di salutar camminando, o solamente quelle, che stanno a lato diritto, ovvero quelle, che dimorano a man sinistra, o finalmente così l'une, che l'altre. Dovendo adunque il Cavaliere entrare in una Galleria, od altra stanza, ove si trovano a man destra, e sinistra, e nel fondo di quella, assai Dame, e Cavalieri seduti, o che 159 stanno in piedi, convien, che entrato, che sarà in essa, faccia a tutta la brigata la sua prima Riverenza: e quindi messosi a camminare sopra la linea retta, e volendo egli salutare alcuna persona a lato destro, innanzi di farsele troppo di presso, guardatala graziosamente nel viso, e nello stesso tempo presentatale alquanto la presenza del corpo, sdruccioli soavemente, o mandi verso l'obliqua il piè destro, e chinando verso di lei il corpo, le faccia la Riverenza. Ed appresso, volendo egli salutare alcuno a man sinistra, cammini, se bisogna, uno, due, o più passi, e portato, o sdrucciolato, che avrà col piè manco verso l'obliqua sinistra, gli faccia, nel modo detto di sopra, la Riverenza. E s'egli vorrà continuare dall' una, e dall' altra banda le sue Riverenze, avverta bene a passare da una all' altra obliqua contraria, acciocchè non volti le spalle alle persone, che stanno da un de' lati.

160 Ed ultimamente le Riverenze a piè fermo, servono qualora si vogliono salutare, quelle persone, alle quali si sta molto di presso. Si fanno esse staccando un de' piedi dallato, ed appoggiatolo a terra, si porti, o si sdruccioli dietro di esso leggiermente coll' altro piede, chinandosi il corpo, e facendosi quanto è detto di sopra.

Quanto finora è detto, serva anche di regola alla Dama nel far le sue Riverenze, la quale puù solamente rimanersi di sdrucciolare: e quando vorrà salutare alcuno, basterà solo, che si fermi, tenendo i piedi sulla prima, o sulla terza positura, o alquanto più lontani, quando le fosse più comodo: ed appresso pieghi amenduni i ginocchi nel modo di sopra mostrato nel capitolo della Riverenza.

IL FINE.


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